I listini europei nel mese di agosto hanno dribblato l'emergenza coronavirus, e la conseguente crisi economica, riuscendo a realizzare il più alto guadagno ad agosto dal lontano 2009, con l'indice Stoxx 600 in rialzo del 2,8% (non accadeva da 11 anni). Come scrive Radiocor, gli investitori hanno cosi' scommesso sulla messa a punto di un vaccino anti-Covid a stretto giro, tirando un sospiro di sollievo per l'assenza di nuovi lockdown, nonostante il trend dei contagi sia a livelli di guardia. Lo scatto mensile ha coinvolto anche Piazza Affari che stavolta e' in linea con la media europea, terminando agosto a +2,8%. E questo nonostante la debolezza dell'ultima seduta, con tutti i listini del Vecchio Continente sotto la parita', incluso il Ftse Mib in rosso dello 1,04%. La giornata - gia' fiacca sul fronte degli scambi per la chiusura di Londra - ha perso vigore in scia ai dati macro-europei, che mostrano le difficolta' della ripresa post-Covid, con l'inflazione che arretra in Germania, Spagna e Italia (dove peggiorano anche le stime sul Pil del II trimestre).
Sempre come riferisce Radiocor, a farne le spese banche, assicurazioni e tlc, colpiti dalle vendite su tutti i listini. A Milano, pero', a tenere banco e' la febbre da "tlc" visto che in giornata i cda di Tim (-0,5%) e Cdp dovrebbero tracciare la rotta verso la societa' della rete unica a banda larga, amplificando il boom di Tiscali (+38,6%) che ha gia' un'intesa commerciale con Telecom sulla rete. Tra i protagonisti in positivo Diasorin (+3,9%) dopo il crollo del 10% la scorsa settimana. Sul fronte opposto, male Atlantia (-3,7%) col negoziato con il governo su Autostrade ancora in stallo e il settore finanziario, da Bper (-3,3%) a Unipol (-2,7%). Sul fronte dei cambi, l'euro regge la soglia di 1,19 dollari a verso fine seduta tratta a 1,1956 (da 1,1903). Rallenta la valuta giapponese mentre il Paese si avvia verso l'elezione del nuovo premier a meta' settembre: il cambio dollaro/yen si attesta a 105,85 (105,32), mentre l'euro/yen a 126,52 (125,30). In rialzo, infine, i prezzi del petrolio alle prese con gli impatti dell'uragano Laura su Texas e Louisiana: la consegna di ottobre del Wti e' trattata a 43,2 dollari al barile (+0,5%), il Brent novembre sale a 46 dollari (+0,4%).
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