Borse, la Crimea non spaventa. Listini positivi. Milano maglia rosa. Spread a 180
Un esito scontato, con gli investitori che già s'interrogano su quali scenari li attendono. Il giorno dopo il referendum in Crimea che ha dato esito favorevole alla domanda di annessione alla Russia da parte della popolazione della penisola ucraina non ha sconvolto i mercati. Le borse cercano di capire le conseguenze concrete sul piano delle sanzioni delle condanne di illegittimità da parte di Usa e Unione europea.
Così, la settimana dei mercati parte in terreno positivo, con un occhio già proiettato verso la Federal Reserve: mercoledì annuncerà le proprie decisioni in materia di tassi e tapering, cioè riduzione degli stimoli straordinari. I listini si rafforzano con Wall Street positiva: a Piazza Affari, il Ftse Mib chiude in rialzo del 2,52% a 20.858 punti, ai massimi dal giugno 2011. Sul mercato italiano tratta in ribasso Pirelli: Unicredit, Intesa Sanpaolo e Clessidra hanno sciolto la partnership in Lauro61/Camfin. Clessidra disinveste integralmente, mentre entra in gioco Rosneft che acquisisce il 50% della quota detenuta da Camfin, e le banche restano della partita. Telecom beneficia del fermento nel comparto Tlc, dove Vodafone ha comprato la spagnola Ono per 7,2 miliardi. Bene anche Finmeccanica, in attesa dei conti di mercoledì.
In nero anche le altre borse europee: Francoforte ha guadagnato l'1,36%, Parigi l'1,39%, mentre Londra avanza dello 0,6%. Festeggia invece la Borsa di Mosca, che sale di oltre tre punti percentuali. Lo spread, la differenza tra il rendimento di Btp e Bund tedeschi, scende a quota 180 punti base con i titoli italiani che rendono il 3,37% sul mercato secondario.