Brand o brand...elli / Dal mulino di famiglia alle passerelle del mondo: come Nerino Grassi ha filato il sogno di Golden Lady - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:47

Brand o brand...elli / Dal mulino di famiglia alle passerelle del mondo: come Nerino Grassi ha filato il sogno di Golden Lady

Dalla piccola fabbrica di provincia a leader mondiale della calzetteria, la storia di Nerino Grassi e della sua Golden Lady

di Elisa Mancini

Golden Lady, la fabbrica dei sogni di Nerino Grassi. Dal cuore del Mantovano al mondo

Si è spento a 94 anni, nella sua casa di Castiglione delle Stiviere, Nerino Grassi, fondatore e presidente della Golden Lady Company, uno dei marchi italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo della calzetteria.
La sua morte, avvenuta il 22 ottobre 2025, chiude un capitolo importante dell’imprenditoria italiana, ma lascia in eredità una storia esemplare di amore per il lavoro.

La "favola" di Golden Lady inizia nel 1966, nel pieno del boom economico, quando Nerino e Erminia Grassi decidono di abbandonare l’attività di famiglia, un mulino, per inseguire un’idea nuova: creare calze e collant di alta qualità, comodi, resistenti e alla portata di tutte le donne.

Con pochi macchinari e una grande determinazione, fondano la loro prima fabbrica a Castiglione delle Stiviere, nel Mantovano, una terra che negli anni diventerà il cuore pulsante della calzetteria italiana.

Sin dall’inizio, la filosofia di Grassi è: la qualità non è un lusso, ma un diritto. Ogni prodotto deve unire innovazione, bellezza e comfort, parlando alle donne moderne che negli anni Sessanta stavano conquistando nuovi spazi nella società e nel lavoro.

Nel giro di pochi anni, la piccola impresa si distingue per la cura dei materiali e per un approccio tecnologico pionieristico: Grassi introduce sistemi di automazione e processi industriali che rivoluzionano la produzione delle calze. Già nel 1969 l’azienda dispone di circa 400 macchine e apre i primi contatti commerciali in Germania, a Düsseldorf, segno di una precoce vocazione internazionale.

Negli anni Ottanta, il marchio diventa un fenomeno nazionale. Le campagne pubblicitarie valorizzano l’immagine di una donna dinamica, indipendente e contemporanea, mentre l’azienda si consolida come una delle più avanzate nel settore tessile italiano.

Nel 1987 arriva la prima grande acquisizione: SiSi, storico marchio di calzetteria fondato nel 1818,  entra nel gruppo. È solo l’inizio. Nel 1992 Golden Lady acquisisce Omsa, un’altra icona italiana nata nel 1942, ampliando ulteriormente il proprio portafoglio e conquistando la fascia medio-alta del mercato.

Con queste operazioni, l’azienda non solo consolida la sua leadership in Italia, ma si proietta verso l’estero. Nei primi anni Novanta apre stabilimenti in Serbia, garantendo una capacità di esportazione che oggi raggiunge oltre 70 Paesi. Nel 2003 arriva anche Filodoro. Il sogno di provincia è ormai diventato un ecosistema industriale globale, ma Grassi non cede mai alla tentazione di delocalizzare la direzione o l’anima dell’azienda. La sede è rimasta a Castiglione delle Stiviere, dove tutto era cominciato.

Negli anni Novanta e Duemila, le campagne pubblicitarie con protagoniste come Eva Herzigova, Stefania Rocca, Alessia Marcuzzi e Cristina Chiabotto, volti diversi di una stessa idea di femminilità: sicura, ironica, autentica. A livello internazionale, la collaborazione con Charlize Theron. Poi, nel 2014, la svolta generazionale: la campagna “Rock Your Legs”, con Miley Cyrus, rompe gli schemi e parla direttamente a una nuova generazione, più libera, pop e cosmopolita.

Negli ultimi anni, Golden Lady ha proseguito sulla strada dell’innovazione, con un’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale. Il gruppo ha sviluppato il filato “Infynil”, ottenuto da materiali riciclati e completamente rigenerabile, e ha lanciato la linea “Ecoline”, collant seamless, cioè senza cuciture.

Oggi la Golden Lady Company S.p.A. continua a essere un punto di riferimento del settore, con un valore della produzione superiore ai 155 milioni di euro. Il gruppo impiega migliaia di lavoratori tra Italia e Serbia, produce oltre 200 milioni di collant all’anno e mantiene una forte identità “Made in Italy”.

La sfida dei prossimi anni sarà mantenere la leadership in un mercato sempre più competitivo. Ma Grassi ha lasciato sicuramente un’eredità preziosa, cucita con la stessa cura e passione con cui, quasi sessant’anni fa, lui ed Erminia Grassi iniziarono a tessere il sogno di una calza perfetta.

LEGGI QUI TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA