Brexit, brevetto UE e Patent Package. Una tutela brevettuale meno costosa - Affaritaliani.it

Economia

Brexit, brevetto UE e Patent Package. Una tutela brevettuale meno costosa

Paolo Brambilla - Consilium Impresa e Famiglia

Il pacchetto del brevetto unitario dopo la Brexit. Intervista a Luigi Carlo Ubertazzi

Il Presidente UEB (Ufficio Europeo dei Brevetti) Benoît Battistell dichiarava recentemente che il brevetto unitario offre un ottimo rapporto costi/benefici e riduce la complessità, sia per le grandi aziende, sia per le PMI. Il pacchetto del brevetto unitario offre agli innovatori europei un brevetto con una vera e propria dimensione europea e una tutela brevettuale meno costosa: fornisce un'opzione aggiuntiva semplificando il sistema esistente e supportando un percorso dal costo conveniente verso la tutela brevettuale e la risoluzione delle controversie in Europa.

L'Ufficio Europeo dei Brevetti ha sede a Monaco di Baviera, un dipartimento all'Aia e uffici a Berlino e Vienna. Si tratta di un'organizzazione intergovernativa instaurata nel 1977 sulla base dell'Convenzione di Monaco sul brevetto europeo firmata a Monaco di Baviera nel 1973.

Al termine di una vicenda lunghissima, dal 2011 al 2016 è stata varata una serie di atti che chiamiamo qui complessivamente "Patent Package". I testi relativi al Patent Package lo denominano “European patent with unitary effect” perché la definizione consueta è inutilmente più lunga e dimentica che il brevetto UE è preceduto ad esempio (ma non solo) da un altro brevetto unitario per Svizzera e Liechtenstein e può esser seguito da altri brevetti unitari. Ma lasciamo stare.

Chiediamo piuttosto a Luigi Carlo Ubertazzi, titolare di uno degli Studi Legali più affermati in materia, che cosa cambia con l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea.

"Il recesso del Regno Unito ex art. 50 TUE pone un numero non piccolo di questioni importanti relative agli effetti che il recesso può avere secondo la disciplina attuale del recesso e del Patent Package perché il brevetto UE si applica soltanto al territorio dell’Unione. Inoltre i diversi atti che compongono il Patent Package sono tutti tra loro collegati, ed in particolare sussistono numerosi momenti di collegamento tra UPCA (da un lato) e decisione 167 e regolamenti 1257, 1260 e 542 (dall’altro)".

Quindi anche i trattati precedenti subiranno delle modifiche rilevanti?

"Il recesso del Regno Unito rende inapplicabili i trattati UE e FUE e tutta la normativa derivata (e dunque anche la decisione ed i regolamenti ora ricordati); il recesso si estende necessariamente anche allo UPCA, perché tanto è previsto dalla disciplina degli atti collegati, e così in particolare sia dalla regola della convenzione di Vienna sui trattati relativa all’interpretazione ed all’esecuzione degli accordi internazionali secondo buona fede, sia dai principi generali del diritto privato che possono essere considerati come fonte di diritto internazionale secondo l’art. 38 dello statuto della Corte internazionale di giustizia".

Se ho ben capito, tutto ciò che veniva realizzato finora nel Regno Unito non si potrà più fare?

"Proprio così, il recesso del Regno Unito anche dallo UPCA comporta che la sede londinese dello UPC prevista attualmente deve essere ricollocata in uno Stato della UE. Dopo la dichiarazione di recesso il Regno Unito potrebbe ratificare lo UPCA solo realizzando un atto in fraudem legis, secondo un altro parere, ma secondo me violando non poche norme: tra cui il principio generale della convenzione di Vienna secondo cui i trattati devono essere eseguiti in buona fede, quello generale civilistico dell’esecuzione del contratto secondo buona fede che è assunto tra le fonti di diritto internazionale secondo l’art. 38 dello statuto della Corte di giustizia, e gli obblighi di protezione delle altre parti, che discendono certo dai principi generali del contratto e forse anche da quelli relativi ai trattati internazionali". 

Come si può risolvere questo conflitto?

"Una qualche forma di ripartecipazione del Regno Unito al Patent Package secondo la disciplina attuale è possibile perché il testo attuale dello UPCA sarebbe compatibile con il diritto UE, ma il problema è che una ripartecipazione del Regno Unito allo UPCA dopo il recesso non sarebbe compatibile con il diritto UE. Il Regno Unito non può aderire alla convenzione di Bruxelles e a quella di Lugano sulla giurisdizione né potrebbe validare per il suo territorio il brevetto UE; questa validazione deriverebbe da un atto unilaterale del Regno Unito e da un accordo tra esso ed EPO; non richiederebbe un accordo con la UE; non farebbe partecipare il Regno Unito agli organi speciali EPO di “governo” del brevetto UE".

Allora quale potrebbe essere una soluzione?

"Il Regno Unito potrebbe cercare di negoziare una nuova partecipazione al Patent Package, da solo o insieme agli stati SEE ed Efta, anche se nessuna di queste architetture consentirebbe la ripartecipazione del Regno Unito allo UPCA (perché questa partecipazione è consentita soltanto agli Stati che aderiscono alla cooperazione rafforzata). Tutte queste architetture non garantirebbero il primato del diritto UE su quelli nazionali anche del Regno Unito, cioè non assicurerebbero quello che per brevità chiamerò qui il “primato” della giurisprudenza della Corte di giustizia su quella nazionale dello UK; non integrerebbero allora i requisiti che l’opinion 1/2009 (sul Draft Agreement che ha preceduto lo UPCA) e l’opinion 2/2013 (sul progetto di accordo tra la UE e la CEDU) ritengono necessari per la compatibilità di un accordo internazionale (tra Stati membri della UE e Stati che non lo sono) con il diritto della UE". 

I tempi saranno lunghi?

"Sembra che la situazione del Patent Package si trovi in un’impasse, in stallo. A ben vedere non è tuttavia così. Ed a dimostrarlo vi farò partecipi presto delle mie riflessioni su Brexit e brevetto UE, che conto di terminare e pubblicare in tempi non lunghi".