Brexit,in piazza il popolo del Bremain.Pro-Ue fanno il bis il 9 luglio - Affaritaliani.it

Economia

Brexit,in piazza il popolo del Bremain.Pro-Ue fanno il bis il 9 luglio

In 50 mila in piazza per contrastare la Brexit. Nel mirino il leader dell’Ukip Nigel Farage, il deputato conservatore Mike Gove e il tycoon Rupert Murdoch

di Emy Muzzy

LONDRAUna via d’uscita dal tunnel del Brexit; che sia un nuovo referendum o nuove elezioni per poi annullare il voto anti-UE. E’ la speranza dei 50mila che sabato hanno invaso Londra sventolando le bandiere blu stellate dell’Unione Europea in Parliament Square gridando l’antidoto al Brexit: ‘Bremain!’. Ma non e’ finita qui: il ‘rally’ torna tra una settimana, sabato prossimo 9 luglio saranno ancora di più, hanno promesso gli organizzatori: si sono già dati appuntamento nel cuore verde di Hyde Park per tornare a Westminster ancora più arrabbiati. E questa volta sembra, almeno stando ai dati degli organizzatori, che il popolo anti-Brexit sarà ancora più numeroso e rafforzato dal successo della manifestazione di sabato quando un fiume in piena di trentenni ha straripato nelle strade della capitale inglese ferita dall’esito tragico del referendum.

AffariItaliani.it era tra la folla: le facce deformate del leader dell’estrema destra Nigel Farage e di Mike Gove, contender della nuova leadership del paese insieme a Theresa May, spiccano nel mezzo della ‘March for Europe’ un inquieto carnevale di slogan antigovernativi, anti media, anti Murdoch e una valanga di dichiarazioni d’amore per l’Unione che  avrebbe felicemente sorpreso persino Jean-Claude Juncker.

In Parliament Square Bob Geldof ha lanciato dal palco la sua sfida alla folla del ‘Bremain’ “Organizziamoci a tutti i livelli per fernare il Brexit”, mentre il parlamentare Labour David Lammy ha chiarito che una via legale per uscire dal caos c’è: il referendum è stato indetto come ‘non-binding’ ovvero come dichiarazione di tendenza del paese (‘advisory referendum’) pertanto il parlamento può semplicemente non procedere con il Brexit.   

Se da una parte l’esercito dei 50mila recrutati dai social media applaude, dall’altra regna l’incertezza. La rivolta interna al partito Laburista che ha decapitato Jeremy Corbyn e le dimissioni del Premier Cameron con conseguente accoltellamento reciproco dei successori al trono, hanno seminato sconcerto e disorientamento. Alcuni, come James che con la faccia blu a stelle gialle tiene un estremo dell’enorme striscione ‘anti-corruzione’, pensano che con le due coalizioni debbano ricostruirsi prima di poter indire nuove elezioni, senza invocare l’Articolo 50 per l’uscita dall’Unione.  

La parola corruzione ricorre anche in molti cartelli contro i media di destra ed in particolare contro il tycoon Rupert Murdoch: The Mirror, The Times, Daily Mail, The Sun hanno sponsorizzato la campagna anti-immigrati determinando il voto pro Brexit. “Una campagna in malafede che ha colpito i più anziani e meno informati, coloro che leggono la carta stampata e guardano la TV senza accedere ai social media e all’informazione on line”, spiega Vssilissa. Il suo semplice slogan cartaceo parla chiaro: “Murdoch has riuined this country”; perchè? “Ha sempre sostenuto le campagne Conservative ed ha una forte influenza sui politici di questo paese”.

Sembra però che il voto che ha diviso generazioni nel caos post referendario abbia cambiato trend “Milioni di sostenitori del Brexit, spaventati dalle possibili conseguenze economiche, dalla risposta dell’UE e dal momento di anarchia,  hanno già dichiarato il loro profondo pentimento e ripensamento” dice fiduciosa Jane Grabowski, “Sono di origine polacca, ho vissuto nel Nord Est ed ora vivo a Londra; conosco il paese; penso che molta gente non sufficientemente informata ed educata abbia creduto alle bugie della campagna ‘Leave EU’ e che la promessa di Cameron di un referendum contro gli immigrati in cambio di voti prima delle ultime elezioni politiche abbia purtroppo convinto molti”.

Degli ‘immigrati’ dall’Ue si parla poco. “C’è il rischio che ci usino come ostaggi in queste trattative”, dice preoccupato lo José, spagnolo da 15 anni a Londra. “Da una parte sembra che l’UE non permetta al Regno Unito l’accesso al single market senza il rispetto di Schengen. Mi sento offeso per come certi politici stanno trattando i cittadini europei che vivono qui e che contribuiscono lavorando e pagando le tasse alla crescita del paese”. Non è finita qui, 'The March for Europe' torna Sabato prossimo 9 Luglio ad Hyde Park a sfidare i politici e il mondo.