Cambiano le regole per i buoni pasto, sale a 10 euro la soglia esentasse per i ticket elettronici. Ma non mancano le polemiche - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 09:50

Cambiano le regole per i buoni pasto, sale a 10 euro la soglia esentasse per i ticket elettronici. Ma non mancano le polemiche

Oggi in Italia sono circa 3,5 milioni i lavoratori che ricevono buoni pasto, di cui 700mila nel settore pubblico

di Filippo Santi

Cambiano le regole per i buoni pasto

A partire dal 2026 cambieranno le regole per i buoni pasto: la soglia esentasse dei ticket elettronici salirà da 8 a 10 euro al giorno. Una novità che punta a rafforzare il potere d’acquisto dei lavoratori e, allo stesso tempo, a incentivare la digitalizzazione dei benefit aziendali. La misura, inserita nella Legge di Bilancio 2026 e approvata dal Consiglio dei Ministri, non riguarda però i buoni cartacei, per i quali il limite resta fermo a 4 euro. Una scelta che divide: da un lato, il governo punta su tracciabilità e semplificazione fiscale; dall’altro, una parte del mondo del lavoro teme di restare indietro.

Incentivi alla digitalizzazione e lotta all’evasione

Nel comunicato di Palazzo Chigi si sottolinea che l’obiettivo dell’intervento è duplice: aggiornare il valore dei buoni in linea con l’inflazione e spingere le aziende verso sistemi più moderni e controllabili. I ticket elettronici, infatti, permettono una gestione più efficiente e una verifica immediata delle spese, riducendo il rischio di abusi e i costi amministrativi.

L’Associazione nazionale delle società emettitrici di buoni pasto (Anseb) ha accolto positivamente la misura. “Si tratta di un passo avanti per il potere d’acquisto del ceto medio e per la competitività delle imprese”, ha commentato il presidente Matteo Orlandini, sottolineando come l’adeguamento risponda anche all’aumento dei costi della pausa pranzo.

Chi ne beneficia e quanto vale il vantaggio

Oggi in Italia sono circa 3,5 milioni i lavoratori che ricevono buoni pasto, di cui 700mila nel settore pubblico. Per chi utilizza i ticket elettronici ogni giorno lavorativo, l’aumento della soglia esentasse si tradurrà in un risparmio annuo potenziale di oltre 440 euro.

Per le imprese, la misura consente di incrementare il valore del benefit senza aumentare il costo del lavoro, mantenendo l’esenzione da imposte e contributi. In un contesto di inflazione e stagnazione dei consumi, il provvedimento si inserisce tra gli strumenti di stimolo alla domanda interna.

La penalizzazione dei buoni cartacei

La distinzione tra formato elettronico e cartaceo non è nuova: già nel 2020 la normativa aveva differenziato le soglie (8 euro per i digitali, 4 per i cartacei). Tuttavia, il mancato aggiornamento di questi ultimi continua a suscitare critiche.

Sindacati e associazioni segnalano il rischio di disparità tra lavoratori, soprattutto nei settori dove la digitalizzazione è più lenta — come logistica, distribuzione o piccole imprese — e dove i ticket cartacei restano ancora diffusi. Senza un piano di transizione o incentivi specifici, molti dipendenti rischiano di rimanere esclusi dai benefici dell’aumento.

Effetti economici complessivi

Secondo uno studio di The European House – Ambrosetti realizzato con Edenred, la misura avrà effetti positivi anche sui conti pubblici. A fronte di un costo stimato tra 75 e 90 milioni di euro l’anno, l’aumento della soglia per i buoni elettronici potrebbe generare consumi aggiuntivi per quasi 2 miliardi di euro e un maggior gettito IVA tra 170 e 200 milioni.

Il saldo complessivo per lo Stato sarebbe dunque positivo — tra 95 e 110 milioni di euro — confermando il ruolo dei buoni pasto non solo come strumento di welfare aziendale, ma anche come leva di politica economica capace di sostenere la spesa delle famiglie.