La casa in Brera a Milano su tre piani, la capannina di Forte e... L'impero immobiliare da 300 milioni di re Giorgio Armani ai raggi X - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 12:33

La casa in Brera a Milano su tre piani, la capannina di Forte e... L'impero immobiliare da 300 milioni di re Giorgio Armani ai raggi X

Da Forte dei Marmi a Pantelleria, dal palazzo di Milano alle opere d’arte – il Matisse e la "Mano" di Man Ray, con lo yacht da 50 milioni utilizzabile dal compagno per quattro settimane l’anno.

di Elisa Mancini

Ville, palazzi e yacht: il regno immobiliare di Armani tra famiglia e Dell’Orco

Giorgio Armani non ha lasciato nulla al caso. Nel suo testamento, lo stilista morto lo scorso 4 settembre a 91 anni, ha distribuito case, ville e perfino lo yacht da 65 metri con la stessa precisione con cui disegnava una giacca.

Nel cuore della successione c’è L’Immobiliare Srl, la cassaforte degli asset in mattoni, valutata 283 milioni, e che genera ricavi annui da affitti per circa 23 milioni e utili medi tra i 6 e gli 8 (anche se l’ultima gestione ha registrato una perdita da 5,8 milioni per colpa delle spese folli dello yacht).

La società, oggi, passa alla sorella Rosanna e ai nipoti Andrea Camerana e Silvana Armani: 75% in piena proprietà e il restante 25% in nuda proprietà. L’usufrutto, invece, spetta al compagno e braccio destro Pantaleo (Leo) Dell’Orco, l’uomo che per decenni ha affiancato Armani nel lavoro e nella vita.

Forte dei Marmi e via Borgonuovo

Partiamo dalle due case che più raccontano Armani. La villa a Forte dei Marmi, la "capanna sul mare" arredata con gusto sobrio negli anni Ottanta, non apparteneva allo stilista ma a Dell’Orco, di cui Armani era solo usufruttuario. Con la sua morte, il diritto d’uso si estingue e la proprietà resta al compagno.

Stesso schema per la residenza milanese di via Borgonuovo: un palazzo del XVII secolo con 101 stanze, acquistato nel 1982 e arredato tra richiami déco e atmosfere anni Trenta e Quaranta. Qui Armani e Dell’Orco avevano un usufrutto vitalizio al 50% ciascuno: ora il 100% va al compagno. Non solo: Armani ha perfino lasciato scritto che gli arredi restino dov’erano, come parte integrante della casa, tranne che per un Matisse e una foto di Man Ray.

Saint Moritz, New York e Parigi

Le case all’estero seguono le stesse logiche. La residenza di Saint Moritz va in nuda proprietà ad Andrea Camerana, ma con usufrutto a Dell’Orco. A New York gli appartamenti sono due: il primo va a Rosanna, Silvana e Andrea, il secondo resta in usufrutto a Dell’Orco. A Parigi, invece, la casa finisce a Silvana. Non mancano le clausole di "ospitalità": Michele Morselli, amministratore delegato di L’Immobiliare e manager di fiducia, potrà utilizzare l’appartamento di New York, la casa di Saint Tropez e quella di Antigua, oltre ad alcune settimane a Pantelleria.

Le ville del Mediterraneo

A Saint Tropez tutto passa a Dell’Orco, che però dovrà concedere a Morselli e famiglia l’uso di una casa e della piscina. Ad Antigua, stessa musica: proprietà in capo a L’Immobiliare, utilizzo parziale concesso. Pantelleria resta una delle perle immobiliari più ambite: qui Armani aveva più di una villa, e le disposizioni del testamento dividono infatti tempi e spazi tra i vari eredi, come a dire, nessuno resta senza un posto in cui stendersi al sole. In mezzo, c’è anche la tenuta di Broni e Cigognola nel Pavese, dove in salotto troneggia un Tiepolo.

Lo yacht "Main"

Capitolo a parte il "Main", super yacht da 65 metri ormeggiato a La Spezia. Valutato 50 milioni, recentemente riverniciato (3,5 milioni di lavori) e con un contratto di posto barca fino al 2045 che costa 1,5 milioni complessivi, è stato lasciato a Rosanna, Silvana e Andrea. Ma anche qui Armani non ha dimenticato Dell’Orco: quattro settimane l’anno potrà noleggiarlo, scegliendo il periodo, e per due settimane l’imbarcazione potrà ospitare pure Morselli con la famiglia.

Insomma dietro la distribuzione degli immobili c’è un disegno ben preciso: separare la moda (13 miliardi il patrimonio complessivo del gruppo) dall’impero immobiliare. L’Immobiliare Srl, infatti, era già stata blindata due anni fa con uno statuto rigido sulle prelazioni e con un consiglio di amministrazione che vede al centro tre manager chiave: Morselli, Laura Tadini e Daniele Ballestrazzi. Armani aveva l’ultima parola, ma aveva già preparato il terreno per quando non ci sarebbe stato più.

Dell’Orco, dal canto suo, non eredita direttamente il mattone, ma ne ottiene l’uso. Uomo ombra e compagno di vita, oggi ha nelle sue mani l’usufrutto delle residenze principali e un patrimonio personale non affatto trascurabile: appartamenti a Milano, case a Pantelleria, una villa a Gazzola in provincia di Piacenza. Non a caso, pochi mesi prima della morte di Armani, ha fondato con l’ex cestista Olimpia Milano Bruno Cerella la società L-BCD, dedicata alla gestione di immobili e investimenti.

Armani ha diviso tutto con precisione chirurgica: case, arredi, perfino i diritti d’uso dello yacht. Ha garantito la continuità alla famiglia, tutelato il compagno e rafforzato i manager. Perché, al di là della moda, anche il suo impero immobiliare è stato pensato come una collezione: armonica, bilanciata, senza lasciare nulla al caso.

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