Fabrizio Palermo (CDP), insieme al Ministero dell'Economia, ha steso una lettere d'intenti sulla rete unica da proporre a Tim con l'obiettivo di condurre l'Italia oltre la crisi, nel mondo digitale e con essa milioni di studenti
A chi gli va chiedere perché si è cacciato in quelle operazioni intricate e pericolose come nazionalizzare le autostrade e costruire a mani quasi nude la rete unica, Fabrizio Palermo va dicendo una cosa molto chiara: "Solo con le infrastrutture la formazione il Paese riparte".
Se è chiaro perché l'Amministratore Delegato della Cassa Depositi e Prestiti ha risposto "obbedisco" al Governo che gli ha chiesto di risolvere il complicato rebus della scissione di Autostrade per l'Italia da Atlantia per far tornare sotto il controllo pubblico il gestore del 60% delle tratte italiane, bisogna scavare di più nel curriculum nelle convinzioni del numero uno di via Goito per capire il perché della seconda mossa sul digitale. Profondo europeista, una fissazione maniacale per i conti e i dossier preparati per tempo, Palermo, quest'anno apparso a settembre senza una stilla di abbronzatura, non ha lasciato pressoché per un giorno il casermone di via Goito e a stretto contatto con il Ministero dell'Economia, che distanzia da CDP un paio di corsie stradali, ha steso una lettera di intenti sulla rete unica da proporre a Tim a prova di bomba.
Gli è costata fatica e una mobilitazione di quasi tutti i dipendenti ( oggi come nel locktown in gran parte presenti al posto di lavoro e sotto costante controllo medico per prevenire il covid) ma alla fine ce l'ha fatta: sarà il suo Colosso, guidato anche da Giovanni Gorno Tempini, a condurre, o almeno a provare, l'Italia nel mondo digitale e con essa milioni di studenti.
L'importanza dei due dossier l'ha spiegata Palermo ai suoi collaboratori: "Solo i paesi che hanno investito di più nella formazione e nelle infrastrutture sono quelli che sono cresciuti di più e che usciranno meglio dalla crisi".
Una solida formazione presso scuola italiana, famiglia d'origine di profonde convinzioni comunitarie, il giovane capo del Tesoro, come banalmente si usa indicare la mission di una struttura che esiste da prima del Regno d'Italia e che gestisce 265 miliardi di Risparmio postale, ha convinto anche Giuseppe Conte della bontà del suo progetto sulla Fibra, tanto che, raccontano, il premier gli avrebbe fatto i complimenti per il memorandum steso con TIM e non da presidente del consiglio ma da avvocato. Il perché è presto detto: nell'accordo con l'Azienda guidata da Luigi Gubitosi, Cdp è riuscita a tenere per sé la golden share delle decisioni relative al Management di AccessCo.
A dispetto dei francesi di Vivendi e degli animi nel colosso telefonico, sarà quindi la Cassa a stabilire tempi e nomi dei protagonisti di un'impresa, perché di questo si tratta, che prenderà almeno due anni ma che potrebbe avere sullo sfondo, come hanno rivelato a MF-Milano Finanza alcune fonti del Movimento 5 Stelle, il boccone finale: il controllo diretto di Tim per crescita interna di Cdp. La rete unica Infatti fondamentale per la formazione dei giovani italiani e tutti stanno proprio oggi quanto è cruciale anche per la didattica on-line. Ma è ancora più fondamentale blindare Telecom Italia.
Dunque nessuno si scandalizza più se il mantra dell'inventore della super Cassa, Giulio Tremonti, è diventato sempre più popolare ai tempi del governo giallo-rosso: il mercato dove possibile, lo Stato dove necessario.
Fonte: Milano Finanza
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