Economia
Cina, a dicembre fuga dei capitali al top. Shanghai va giù. Borse Ue con la febbre

Proseguono le turbolenze sui mercati finanziari: il nuovo calo del prezzo del petrolio mette sotto pressione i listini mondiali, a partire da quelli asiatici, ma l'Europa contiene le perdite e poi recupera dopo un avvio in profondo rosso. Il nuovo tracollo di Shanghai ha trascinato al ribasso tutte le principali piazze asiatiche. La borsa cinese ha chiuso in calo del 6,42% a 2.750 punti. E' scatatto il 'panic selling' nonostante la banca centrale abbia iniettato 67 miliardi di dollari nel sistema finanziario attraverso meccanismi di finanziamento a breve termine per evitare una possibile crisi di liquidita' a ridosso delle festivita' per il capodanno lunare. Anche Tokyo ha archiviato la seduta in rosso (-2,75%): per la borsa giapponese e' il peggiore inizio anno dal 1949. E' durato poco il rimbalzo del prezzo del greggio. Dopo aver recuperato quota 32 dollari al barile, il petrolio e' tornato sotto i 30 dollari. I future sul Wti sono scivolati fino a 29,45 dollari e quelli sul Brent a 29,56 dollari per poi ritornare sopra la soglia dei 30 dollari. C'e' attesa sui mercati anche per la riunione della Fed, che e' iniziata oggi e terminera' domani sera. La banca centrale americana dovra' decidere i prossimi passi della normalizzazione monetaria. Secondo gli esperti i tassi Usa, rialzati a dicembre, per la prima volta da dieci anni, verranno lasciati fermi (attualmente sono tra lo 0,25% e lo 0,50%), mentre e' probabile una nuova stretta 'soft' a marzo. Venerdi' prossimo si pronuncera' anche la Banca del Giappone. Wall Street dopo due sedute rally ha chiuso ieri una giornata in netto calo. Sulla scia le borse europee, che dopo un avvio in forte ribasso contengono ora le perdite. Londra perde lo 0,15%. Parigi avanza dello 0,11% e Francoforte segna un -0,10%. A Milano, maglia rosa, l'indice Ftse Mib sale dello 0,62%, grazie a Fca (+4,4%), Poste (+2,2%), Banco Popolare (+4,2%), Ubi Banca (+5,6%). Ancora in forte calo Mps che cede il 5,2%. Sono ore decisive per la trattativa tra Italia e Ue sul nodo dei crediti deteriorati delle banche italiane. Oggi il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, incontrera' a Bruxelles la commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, per cercare di chiudere la partita sulle sofferenze che va avanti da oltre un anno. Sul tavolo del negoziato il meccanismo che permettera' agli istituti italiani di smaltire i 'non performing loans': non una classica 'bad bank' ma un sistema che aiuti le banche ad alleggerire i propri bilanci dai crediti in sofferenza in cui interverrebbe la garanzia dello Stato. Il nodo resta il prezzo della garanzia pubblica.
Cina, a dicembre fuga dei capitali al top. Shanghai va giù - In Asia, il tema è il rischio liquidità in Cina. Così Shanghai è scivolata del 6,42%, a nuovi minimi da 13 mesi, mentre ritornano i timori sulla crescita dell'area e in particolare per le apprensioni di una nuova fuga degli investitori dall'area, in scia a nuove svalutazioni. L'indice Shenzhen lascia il 7,12%, il CSI 300 il 6,02%. Tokyo arretra del 2,35%, Taiwan lascia lo 0,83%. Hong Kong frena del 2,53%.
La banca centrale cinese ha iniettato 67 miliardi di dollari nel sistema finanziario attraverso meccanismi di finanziamento a breve termine per evitare una possibile crisi di liquidita' a ridosso delle festivita' per il capodanno lunare, che ricorre il prossimo 8 febbraio. Nell'operazione, la piu' ingente da febbraio 2013, la People's Bank of China ha pompato 360 miliardi di yuan (pari a circa 55 miliardi di dollari) attraverso i pronti contro termine a 28 giorni al 2,6% e altri 80 miliardi di yuan (12,1 miliardi di dollari) attraverso i pronti contro termine a sette giorni, al 2,25%.
La scorsa settimana la banca centrale cinese aveva iniettato circa 1500 miliardi di yuan (228 miliardi di dollari) nel mercato monetario per evitare una crisi di liquidita' prima delle feste di capodanno. L'operazione e' stata paragonata dagli analisti una mossa di allentamento monetario o un tentativo di ripianare le perdite dovute alle fuoriuscite di capitali, che lo scorso anno hanno superato i mille miliardi di dollari, secondo le prime stime dell'agenzia Bloomberg, a dicembre hanno toccato il secondo livello piu' alto del 2015, a quota 158,7 miliardi di dollari. Secondo il capo degli economisti della People's Bank of China, Ma Jun, l'iniezione di liquidita' superiore ai 600 miliardi di yuan puo' essere considerata come una sostituzione di un taglio dei requisiti di riserva obbligatori delle banche.
A Piazza Affari prevale il segno meno; giu' i bancari. Mps non ha aperto e segna un calo teorico del 6,9%. Vendite anche su B.P.Milano (-1,3%), B.P.E.Romagna (-1,8%), Banco Popolare (-2,31%), Intesa Sanpaolo (-2,12%), Unicredit (-2,03%) e Ubi B. (-2,37%). Lettera su Saipem (il titolo e' in asta di volatilita' con un calo teorico del 2,71%) nel secondo giorno di aumento. In discesa anche i diritti che non hanno ancora aperto e registrano un ribasso di oltre il 15%.
"Le forti correzioni dei mercati e l'accresciuta incertezza sull'evoluzione congiunturale rendono molto meno scontato il messaggio del Fomc", affermano gli analisti di Intesa Sanpaolo, spiegando che "i mercati azionari sono di nuovo in tensione, con chiusure negative su tutti i fronti" e anche il petrolio resta in calo. Per quanto riguarda la Fed, "l'avversione al rischio e' stata spinta dall'ampio menu di eventi rilevanti della settimana, dalla riunione del Fomc che si conclude domani, alla pubblicazione della stima del Pil di fine 2015 in uscita venerdi'", precisano gli esperti. In particolare, "la divergenza fra le aspettative sui tassi del mercato, ormai ridotte a un solo rialzo nel 2016, e le proiezioni di dicembre - 4 rialzi nel 2016 - sono un fattore di tensione alla vigilia della riunione", concludono dalla Ca' de Sass.