Cipro, Chiesa Ortodossa perde 100 mln. Prelievo fino al 40% dei depositi
Anche la ricca e potente Chiesa ortodossa di Cipro perderà oltre 100 milioni di euro a causa della pesante ristrutturazione delle due maggiori banche cipriote imposta dal piano di salvataggio concordato da Nicosia con l'Eurogruppo.
Il capo della Chiesa, l'arcivescovo Chrysostomos II (nella foto a sinistra), ha spiegato infatti che "il capitale di proprietà della Chiesa, che ammontava ad oltre 100 milioni di euro, è andato perso". "Ci saranno ancora molte difficoltà, alcuni perderanno il lavoro, gli affamati si moltiplicheranno e la Chiesa dovrà avere cura della gente", ha aggiunto Chrysostomos II.
Inoltre, la Chiesa di Cipro, che possiede la maggior quantità di terreni e beni immobiliari sull'isola, aveva ed ha tuttora molti interessi ed azioni in numerose banche e attività industriali e commerciali del Paese, tra cui alberghi e distillerie. Lo scorso settembre, ai primi sentori della crisi, la Chiesa ridusse del 15-25% gli stipendi dei dipendenti, tra cui anche quelli dei vescovi e dei preti, ma lasciò invariati i salari pari a 1.500 euro mensili e quelli inferiori a tale importo. Mercoledì scorso, all'indomani del rifiuto del Parlamento cipriota di un piano di salvataggio dell'Ue che prevedeva un pesante prelievo forzoso su tutti i depositi bancari, Chrisostomos si era offerto di contribuire a far uscire il Paese dalla crisi ipotecando i beni della Chiesa in cambio di titoli di Stato.
Nel frattempo centinaia di studenti liceali ciprioti hanno disertato le lezioni e sono scesi in piazza a Nicosia per protestare contro le pesanti misure imposte dalle autorità europee nel tentativo di risanare l'economia dell'isola duramente colpita dalla crisi del sistema bancario.
Rispondendo ad un appello lanciato su Facebook da varie organizzazioni studentesche, i ragazzi si sono dati appuntamento in vari luoghi della capitale per poi convergere tutti insieme davanti al palazzo del Parlamento innalzando cartelli con scritte come "Fuori la troika da Cipro" e "Giù le mani dal nostro futuro". Scandendo slogan, anche in inglese, dello stesso tono e contenuto.
Dopo una sosta davanti al Parlamento, i giovani si sono mossi dirigendosi in corteo verso il palazzo presidenziale. Infine, si è dimesso il presidente di Cyprus Bank Andreas Artemis, la maggiore banca dell'isola che si fonderà con Laiki Bank.