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Economia
Colombini, Banca Ifis: “Coronavirus, banche alleate delle aziende”

Luciano Colombini, Amministratore Delegato Banca Ifis, è intervenuto all’evento de IlSole24ore “ PMI e nuovi modelli di business”, per illustrare i trend del cambiamento in atto, a partire da un osservatorio privilegiato come quello bancario:  

“La reazione delle imprese è stata vivace e piena di voglia di fare e superare il momento di difficoltà: un 65% delle aziende ha subito una significativa flessione del fatturato, ma una parte significativa ha visto una situazione di stabilita se non addirittura di incremento. Tutte hanno cercato una nuova strada per relazionarsi con il mercato: da una parte il tentativo di avviare un canale digitale, dall’altra parte una maggiore cura del cliente sia in una fase di prevendita sia in postvendita”.

“Le imprese hanno richiesto essenzialmente ‘accompagnateci il più possibile in questa fase difficile’. Abbiamo assecondato la richiesta perché proveniva chiaramente da una situazione contingente esterna che va superata. Abbiamo quindi ascoltato le esigenze e accolto più del 90% delle richieste di moratoria arrivate. D’ altra parte era anche interesse nostro non far cadere un’azienda solo perché deve fronteggiare una situazione non causata da una cattiva gestione ma da una pandemia inaspettata”.

“Credo che in questa fase diversamente da altre crisi sia stato abbastanza chiaro che le banche non sono dei nemici ma degli alleati delle aziende. Abbiamo cercato anche noi di metterci al passo con le nuove esigenze del mercato diventando più digitali, veloci e flessibili per accompagnare le aziende in questo salto epocale”.

Tuttavia l’AD invita alla cautela: “Siamo consapevoli che i problemi strutturali non si sono risolti in questa fase ma anzi, quando verrà meno l’anestesia data dalle moratorie verranno a galla una serie di problematiche. Qui credo che sia importante dare la giusta consulenza alle aziende indirizzandole anche verso operazioni di carattere straordinario.

“Il 2020 è un anno un po' particolare, per cui sia noi sia il complesso del sistema bancario non sta rilevando un costo del credito particolarmente elevato rispetto al passato, questo non significa che verso la metà dell’anno prossimo ci scontreremo con una realtà difficile”

Conclude quindi l’AD: “Se la soluzione sarà investire, per esempio sul digitale, dovremmo essere presenti per accompagnare le aziende in questa fase decisiva”.

PMI e nuovi modelli di business, la ricerca realizzata da Banca Ifis in collaborazione con la Cà Foscari e l’Università di Padova

L’evento è stato anche un’occasione per presentare la ricerca realizzata da Banca Ifis in partnership con la Cà Foscari e l’Università di Padova che ha come focus l’evoluzione dei processi e dei modelli di business delle pmi, con l’obiettivo di rispondere alla domanda: “come le pmi stanno ripensando i loro modelli in una prospettiva post-pandemica?”

Il primo dato che emerge (attraverso una grossa raccolta dati che comprende le analisi di ben 82.000 bilanci aziendali, la somministrazione di 257 questionari ad aziende rappresentanti di vari settori, 20 interviste e 5 mesi di web listening)  è che le aziende italiane stanno già costruendo e pensando attivamente allo scenario post-pandemico.

Questo si concretizza principalmente con un’attenzione ancora più grande ai mercati esteri e allo smartworking.  Un altro importante dato è che le pmi sono entrate nella crisi pandemica finanziariamente più solide: si segnala una contrazione del fatturato per il 61%, ma un 39% prevede stabilità o crescita nonostante la congiuntura negativa.  I settori che registrano addirittura una crescita sono quelli dell’agroalimentare e della tecnologia.

“Il primo già da anni vede uno sviluppo del business e si conferma un settore trainante anche in questa crisi”, sottolinea Carmelo Carbotti, Responsabile Marketing Strategico e Ufficio Studi Banca Ifis, che insieme a Stefano Micelli, Professore Ordinario di Economia e Gestione delle Imprese Università Ca’ Foscari, ha presentato la ricerca. 

Ma quali sono quindi i trend che ridisegneranno le nuove priorità manageriali?  Innanzitutto la tendenza che condizionerà l’evoluzione dei modelli di business sarà la sostenibilità, che per i nostri manager si traduce nella “minimizzazione dell’impatto ambientale (quindi soprattutto nel riuso) e  nel risparmio di risorse con minor utilizzo di energie”, sottolinea Carbotti.

Secondo trend quello digitale, il che significa innanzitutto superare le barriere fisiche. “Questa crisi ha mostrato chiaramente elementi di fragilità importante dei tessuti produttivi. Il digitale è quasi un ponte che supera i confini. Gli imprenditori hanno anche inteso il digitale in una maniera innovativa rispetto al passato”, spiega ancora Carbotti.

Il terzo trend, non prevalente ma emergente, è quello della filiera. “L’esperienza del covid è stata così dirompente da portare a una maggiore diversificazione della fornitura da un punto di vista geografica. Le pmi europee si trovano di fronte a una nuova opportunità: attrare nuovo business internazionale”, conclude Carbotti. 

Furstenberg Fassio, Banca Ifis: “Implementazione del digitale, fondamentale parte human”

Quali trend emersi dalla ricerca sono importanti per un azionista di lungo periodo e su quali punta? 

A rispondere Ernesto Furstenberg Fassio, Vice Presidente Banca Ifis, che ha sottolineato:

“Si tratta di una ricerca puntuale in grado di fornisci una panoramica chiara. Quando si parla di sostenibilità o di ESG si parla di uno sviluppo che siamo chiamati ancor più a fare in questo momento di accelerazione della componente digitale. Le persone programmano le macchine e sono fondamentali nell’architettura e nell’implementazione del digitale: la parte human sarà fondamentale"

"L’avvio di percorsi di rinnovamento ci porta ad avere attenzione all’ascolto del cliente: è importante rimanere al passo con i tempi anche attraverso la formazione del nostro management. Il supporto al cliente è fondamentale anche per innestare quindi un processo di miglioramento volto a una crescita sostenibile dell’ economia".

"Un altro punto molto importante e l’attenzione alla ricerca e allo sviluppo nelle grandi imprese: investire in ricerca significa investire nel futuro. Quindi il primo trend è l’utilizzo del digitale in un’ottica di integrazione di sistemi: L’accelerazione deve avvenire per integrazione delle energie esistenti e di sviluppo di nuove tecnologie: sarà un approccio più universale rispetto a quello che stiamo vivendo in questo momento”

 

 

 

 

 

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