Confindustria, effetto Brexit sul Pil 2016 : giù le stime, 0,8% - Affaritaliani.it

Economia

Confindustria, effetto Brexit sul Pil 2016 : giù le stime, 0,8%

Secondo il Centro Studi della Confindustria, la Brexit avrà un impatto negativo sul Pil dello 0,6%. E se il Paese votasse "no" al referendum sulle riforme...

di Andrea Deugeni
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@andreadeugeni

Non è solo l'impatto dell'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, anche se, mentre il commercio estero rimane ancora al palo, la Brexit gioca un ruolo non di secondo piano (soprattutto nel 2017) nella sforbiciata che la Confindustria ha appena dato alle stime di crescita dell'economia italiana. Solo a dicembre 2015, il Centro Studi di viale dell'Astronomia diretto da Luca Paolazzi prevedeva un +1,4% per il Pil nel 2016 e +1,3% nel 2017. Ora, al contrario, gli economisti di Confindustria stimano un +0,8% nel 2016 e un +0,6% nel 2017.

L'impatto della Brexit, secondo il CsC, è quantificabile in un decimo di punto quest'anno e in cinque decimi il prossimo. "Gli effetti dell'esito della consultazione britannica - spiega Viale dell'Astronomia - saranno più evidenti nel 2017. Inoltre, l'uscita dedi Londra dall'Ue farà perdere 81 mila posti di lavoro in Italia nel biennio e 150 euro nel reddito pro-capite".

infografica previsioni confindustria
 

Il team di esperti della Confederazione presieduta da Vincenzo Boccia sostiene che gli effetti della Brexit si sentiranno nel rallentamento della domanda globale, che causa una crescita più lenta dell'export, l'aumento dell'incertezza tra imprese e consumatori e la caduta del prezzo delle azioni. Confindustria stima per l'anno in corso una crescita dello 0,7% dell'occupazione, un aumento dell'1,2% dei consumi e dell'1,9% degli investimenti.

Anche un eventuale vittoria del no al referendum mettererebbe una ulteriore mina sul cammino del Paese. La mancata transizione verso le riforme provocherebbe un caos politico, con ripercussioni sui rendimenti dei titoli di Stato, in aumento, fuga di capitali, caduta della fiducia di famiglie e imprese.

Il "no" provocherebbe un calo del Pil dello 0,7% nel 2017, dell'1,2% nel 2018 e un +0,2% nel 2019, in totale un -1,7% mentre nello stesso periodo sarebbe salito del 2,3%, quindi un differenziale del 4%. Gli investimenti scenderebbero del 12,1% cumulato nei tre anni contro un +5,6%, quindi un differenziale del 16,8%. Gli occupati sono visti in diminuzione di 258mila unità, mentre altrimenti salirebbero di 319 mila unita, quindi una differenza di quasi 600 mila unità. Infine il debito pubblico sul il salirebbe dal 131,9% al 144% e il Pil pro capite calerebbe di 589 euro, con 430 mila persone in più in condizioni di povertà.