Confindustria vede rosa sul Pil. Ma bacchetta il Governo: "Serve stabilità"

Un calo dell'1,6% contro una stima dell'1,8% per il 2013. Gli economisti del Centro Studi della Confindustria sono più ottimisti sulla congiuntura economica di quest'anno rispetto a quelli dell'Ista e dell'Ocse. Viale dell'Astronomia ha rivisto infatti al rialzo le previsioni sul Pil di quest'anno (contrazione dell'1,6%contro il -1,9% di giugno) e del prossimo (+0,7% dal precedente +0,5%), ma ha avvertito la politica che se "anche se la recessione è finita, per la ripresa è cruciale la stabilità politica per rinsaldare la fiducia di imprese e consumatori".
La "recessione è finita", sentenziano dal Csc e l'Italia "è a un punto di svolta" ma l'uscita dalla "seconda lunga crisi iniziata nel 2007 sarà lenta. Sulla strada della ripresa persistono, rischi, interni e internazionali e ostacoli. Cruciale è la stabilità politica per rinsaldare la fiducia di imprese e consumatori". A partire dal terzo trimestre dell'anno si vede la luce con una variazione congiunturale nulla. Il quadro economico internazionale e quello italiano, si sottolinea, "sono diventati più luminosi", ma "ciò non giustifica nessun autocompiacimento. Non c'è un pilota automatico da inserire, la rotta è tutt'altro che sicura e tracciata. Al contrario, occorre fare tutto il possibile per evitare ricadute recessive o arretramenti competitivi". Per gli industriali, "la precarietà politica interna espone l'italia a una maggiore diffidenza degli investitori esteri, contribuendo a tenere ampio lo spread, indebolisce le iniziative di modernizzazione del paese, impedisce il pieno recupero di fiducia in un progetto paese, tiene basse la competitività e la crescita potenziale. La stabilità, che non è sinonimo di immobilismo, diventa allora il primo tassello nel mosaico del rilancio".
Frena la disoccupazione. Il tasso di disoccupazione toccherà il 12,3% nell'ultimo trimestre 2013 (12,1% nell'intero anno), livello sul quale rimarrà ancorato nel 2014. L'occupazione aumenterà lievemente solo il prossimo anno (+0,1% pari a 14mila unità), ma in media d'anno la variazione resterà negativa (-0,2% dopo il -1,6% del 2013) e le persone impiegate saranno 880mila in meno rispetto al 2007 (-3,8%), cioè dall'inizio della crisi. Le richieste di Cig, secondo il centro studi, cresceranno in autunno, come pure gli interventi in deroga e straordinari; il ricorso alla Cig comincerà a sgonfiarsi solo dalla primavera 2014, con 320mila unità coinvolte a fine anno, livello analogo alla primavera 2011.