Niente ripresa per i consumi. "Spese congelate, colpa della disoccupazione"
Consumi ''congelati'' a febbraio, in attesa della ripresa dell'economia. E' quanto emerge dall'indicatore dei Consumi Confcommercio, che registra una diminuzione dello 0,7% in termini tendenziali ed una variazione nulla rispetto a gennaio, confermando l'avvio, in atto gia' da alcuni mesi, si legge in una nota, di una fase di stabilizzazione che, pero', in assenza di miglioramenti sul versante occupazionale e del reddito disponibile, non riesce ancora a tradursi in una ripresa in grado di far ripartire il ciclo economico.
E' proseguito invece il lento miglioramento della fiducia delle imprese, sia pure con andamenti non univoci nel sentiment degli operatori dei diversi settori produttivi. Stando alle stime di Confindustria, a marzo, dopo il contenuto arretramento rilevato a febbraio, la produzione industriale segnala un aumento dello 0,5% sul mese precedente. Anche i dati sugli ordini registrano, nello stesso mese, un miglioramento (+0,5% su febbraio). A marzo il clima di fiducia delle famiglie ha mostrato un deciso recupero.
Mentre la percezione della situazione personale e corrente non migliora sensibilmente, le aspettative sul futuro appaiono in forte crescita: la contenuta evoluzione dei prezzi e le aspettative di riduzione del carico fiscale hanno senz'altro avuto un ruolo importante. La debolezza e le incertezze rilevate sul versante produttivo continuano a determinare un'evoluzione negativa del mercato del lavoro.
A febbraio, spiega Confcommerio, il numero di occupati e' sceso di 39mila unita' (-365mila rispetto allo stesso mese del 2013). Nello stesso mese, i disoccupati, che superano i 3,3 milioni, sono aumentati, rispetto a gennaio, di 8mila unita' (+272mila in un anno). Da febbraio 2007 il rapporto tra disoccupati e forze di lavoro e' passato dal 5,9% al 13,0%, con un milione e 850mila disoccupati in piu'.
A febbraio, dopo alcuni mesi di ridimensionamento delle ore autorizzate di Cig, si e' registrato, rispetto all'analogo mese del 2013, un incremento del 5,3%, sintesi di una diminuzione del 27,4% di ore richieste per l'ordinaria e di un deciso aumento di quelle per la straordinaria (+16,2%) e in deroga (+55,6%).