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Economia
Coronavirus, battere la crisi? Con moneta di Stato. La proposta di Sarlo (PVU)

Una moneta di Stato. Che non è la moneta a debito emessa dalle banche. Si tratta di denaro che può essere immesso direttamente nel circuito economico”. Maurizio Sarlo, Segretario Politico Nazionale del PVU (Partito del Valore Umano), batte questo chiodo da qualche anno, ricordandoci Aldo Moro  e le sue 500 lire di carta. “Se non si arriva  a un cambio di paradigma partendo da una moneta parallela che si stampi a corso di circolazione nazionale, non se ne verrà fuori. Sarebbe immediata. Lo Stato per un buon 50% potrebbe creare moneta che circola solo qui.  Non è qualcosa di folle anzi è molto semplice, la moneta statale sovrana può essere emessa a firma del direttore generale del Tesoro immediatamente, può confermarlo qualsiasi economista.  Non si va contro le regole articolo 128 del famoso trattato di Lisbona e questo permetterebbe di risolvere innumerevoli problemi del sistema sanitario, delle scuole, dei trasporti e via dicendo”.

Maurizio Sarlo usa le stesse parole del presidente emerito della Corte Costituzionale Paolo Maddalena, quando dice che “il turbocapitalismo liberista e predatorio è il vero danno. È fallito da un pezzo, l’equilibrio fra costi e benefici per la collettività è scandaloso e allora per sopravvivere cosa fa? Crea una guerra che -come ho sempre detto- non si combatta con le armi ma con la paura, il panico, la pandemia. La bolla speculativa mondiale doveva scoppiare ed è scoppiata”.

Quindi lei pensa che la situazione sia stata provocata? “Io mi limito a osservare l’esistenza delle obbligazioni pandemiche e della loro scadenza il 15 marzo.  Quello che mi spaventa è la modalità con cui è stata gestita l’emergenza, con cui è stato creato il panico quando il vero problema erano i tagli al servizio sanitario nazionale, non il virus! Con una sanità decente e un numero di reparti di terapia intensiva corretto avremmo salvato gran parte delle persone. In ogni caso, sto pensando a come l’Italia si possa risollevare da questa follia, creata da politici con la p minuscola. Dovrebbero essere messi sotto processo perché il danno che hanno creato all’Italia intera è di portata incalcolabile, economica, sociale e finanziaria. E il modo per uscirne c’è, si chiama moneta di Stato. Il reddito di cittadinanza indebita, perché i soldi vengono dalla Banca Centrale, quindi  sono soldi a debito! Il Mes addirittura ci manda al default. La soluzione c’è,  ma è legata  a una volontà politica e a un’etica che in questo momento non vedo”. 

Per ora, l’indotto di 97.356 persone che segue Maurizio Sarlo ha creato i ConSi, Consorzi Sicuri, ovvero il più grande gruppo d’acquisto italiano al cui interno confluiscono imprese etiche e certificate. Ma non solo.  Come spiega il Presidente di ConSi Fabrizio Azzolini, “noi non siamo il classico consorzio bensì un’associazione ex libro primo del codice civile. Il nostro scopo è quello di raggruppare tutte le attività, produttive e non, utili al cittadino nella sua quotidianità, dai servizi fiscali e legali, a luce e gas, al noleggio auto a distanza per evitare il fermo amministrativo, a beni di consumo e generi alimentari”.

ConSi è nata a livello nazionale il 22 novembre 2019 e conta al momento attuale 19 consorzi regionali e 110 provinciali, nonché 26.000 iscritti. Ad esempio, i nostri ConSi stanno affiancando le persone che non possono recarsi al lavoro e hanno debiti da pagare a banche, proprietari di immobili, finanziarie. Secondo i nostri tecnici il debito si può considerare estinto ex articolo 1256 del codice civile (l’obbligazione si estingue per cause non imputabili al debitore, ndr)”. 

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