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Economia
Coronavirus e food delivery, ricavi oltre le previsioni. Il caso 'Pizzium'

Coronavirus e food delivery, ricavi oltre le previsioni. Il caso 'Pizzium'

A marzo, il fatturato complessivo dei locali a marchio Pizzium è stato la metà di quanto incassato nello stesso mese di un anno fa. A pizzerie chiuse, il risultato può decisamente soddisfare il fondatore Stefano Saturnino, perché la maggior parte dei pubblici esercizi ha visto un sostanziale azzeramento della voce ricavi, a renderlo noto un articolo di approfondimento su PamBiancoNews.

Deliveroo e Pizzium: così il settore può sopravvivere al lock down e dopo? Pronto a ripartire

La scelta di partire immediatamente con il servizio delivery, affidato in esclusiva a Deliveroo, ha dunque permesso alla catena formata da 17 locali nel centro-nord Italia di ottenere un ottimo giro d’affari, a ebitda zero, sviluppando una modalità di business che prima dell’emergenza incideva meno del 5% sul fatturato complessivo. In attesa della riapertura dei locali, Pizzium continuerà a sostenere lo sviluppo delle consegne a domicilio, garantite non solo in tutti i locali della Lombardia, ma anche a Roma, Torino e Bologna.

“Siamo stati i primi a partire – racconta Saturnino – tenendo chiuso di fatto per un solo giorno, il primo lunedì del lockdown. Già il martedì eravamo attivi con il servizio di consegna a domicilio. Lo abbiamo fatto perché potevamo operare in piena sicurezza e perché la pizza è il prodotto perfetto per il delivery, tant’è che nella classifica per prodotto di Deliveroo è balzata velocemente dal quarto al primo posto assoluto. Tutti amano la pizza e molti se la preparano in casa, ma poi hanno anche voglia di tornare ad assaporare il prodotto da pizzeria, perché non sempre il risultato domestico è all’altezza delle aspettative. E noi, come catena, siamo pronti”.

È chiaro che il modello delivery non basta per compensare le perdite della ristorazione e soprattutto non è soddisfacente per quanto riguarda i profitti. “Se a inizio anno potevamo vantare una marginalità del 22-23% come ebitda su fatturato, ora lavoriamo per pareggiare i conti. E per fortuna il nostro prodotto non è tra i più costosi per incidenza di materie prime. C’è poi il problema degli affitti… In sostanza, con il delivery non si può fare impresa, ma ci ha dato la possibilità di restare attivi e nei prossimi mesi, quando dovremo ripartire con il distanziamento dei tavoli, sarà una delle leve dello sviluppo”.

Pizzium intanto sta lavorando per la riapertura e per evitare le possibili file all’esterno dei locali, metterà a disposizione dei clienti una piattaforma online per le prenotazioni su fascia oraria. “Daremo tempi di frazionamento. L’esperienza della ristorazione sarà inevitabilmente destinata a cambiare, al pari del modello di business”, precisa Saturnino.

Gli obiettivi fissati per il 2020 da Pizzium erano 20 milioni di ricavi, con oltre il 20% di ebitda. Fino a febbraio i risultati erano superiori alle previsioni, poi è successo quel che è successo. L’ultimo locale inaugurato era stato quello di Bologna, a metà gennaio. “Appena si riparte, rilanceremo con le 10 aperture già programmate”, avverte Saturnino. “E sono certo che per la nostra società si apriranno tante nuove opportunità, perché possediamo una liquidità piuttosto forte dopo aver chiuso diversi round di finanziamento e con la possibilità di metterne altri in cantiere. In generale, con la riapertura, le catene della ristorazione potranno diventare più forti”. Nel 2019, Pizzium aveva incassato 13,8 milioni di euro, con un 17% di ebitda.

 

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