Covid-19/ Da Intesa a UniCredit e da Banco a Mps: strategie in filiale
Sindacati sul piede di guerra per ottenere l'accesso in filiale solo su appuntamento. Ecco come stanno gestendo il rapporto con la clientela le prime 10 banche
I 290 mila bancari italiani chiedono il modello Intesa-Sanpaolo e Montepaschi. E cioè con la diffusione del coronavirus principalmente in Lombardia, Piemonte e Veneto, Regioni che ospitano il 40% degli sportelli bancari, per i lavoratori del credito bisogna limitare al massimo l’accesso al pubblico in filiale. Come? Prevedendolo solamente su appuntamento. Opzione da oggi introdotta anche da UniCredit che lo limita alle agenzie che aveva deciso di tenere aperte (il 30%), solo la mattina, a giorni alterni e per servizi pre-concordati. Troppi, denunciano i sindacati del settore, i casi di contagio in situazioni dove “nella stragrande maggioranza delle filiali aperte si lavora senza mascherine senza gel igienizzanti e senza guanti forniti dall'azienda. Al massimo, i bancari usano quelli di loro proprietà”.
Da qui la minaccia dello sciopero (alle tre la videoconferenza con l’Associazione bancaria italiana, la Confindustria del credito per trovare una soluzione), dopo aver chiesto invano (banche e assicurazioni rientrano nelle attività essenziali) anche al Governo Conte la chiusura per due settimane di tutte le filiali ed aver ottenuto che il 70% della categoria lavorasse da casa. Troppo poco per le sigle che con l'Abi hanno stilato il 16 marzo un "Protocollo condiviso sulle misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19 nel settore", mentre da Palazzo Altieri replicano che l’attività con il pubblico è già ridotta al minimo.
Ma all'orizzonte, fra qualche giorno, c’è la bomba dell’accredito delle pensioni, in cui una buona parte dei percettori dell'assegno dell'Inps ritira il contante allo sportello. Come stanno gestendo l’emergenza coronavirus le banche nel rapporto con la clientela? I sindacati accusano gli istituti di andare "in ordine sparso", perché anche in questa situazione, a detta delle sigle, prevalgono gli aspetti competitivi fra i gruppi. Analizzando le contromisure adottate dalle prime 10 banche italiane, emergono effettivamente differenti approcci sull'accesso in filiale che espone i lavoratori a dei rischi.
Per quanto riguarda le due big Intesa-Sanpaolo e UniCredit, dove vige l’applicazione della regola aurea del flexible working su larga scala e privilegiati i servizi da remoto, i sindacati chiedono che quello che viene fatto in Ca’ de Sass diventi un modello da seguire per tutti gli altri istituti.
Il gruppo guidato da Carlo Messina ha previsto infatti che dal 17 marzo sia possibile accedere alle filiali esclusivamente su appuntamento. Incontro da richiedere telefonicamente e inerente solamente alle operazioni indifferibili e non altrimenti eseguibili attraverso i canali diretti e digitali della banca, come gli sportelli automatici e la piattaforma di home banking.
In UniCredit, invece, dove Jean Pierre Mustier ha allestito in pochi giorni One Unicredit, una piattaforma digitale ad hoc per gestire l’emergenza in tutto il gruppo, hanno previsto un numero limitato di agenzie aperte in ciascuna regione del Paese - il cui elenco è consultabile sul sito Unicredit.it - chiudendo però in misura massiccia il 70% degli sportelli di tutta la rete. Da oggi, in Piazza Gae Aulenti hanno deciso che nel 30% delle filiali che rimarranno operative il contatto con il pubblico sarà possibile solo previo appuntamento, la mattina e a giorni alterni, appuntamento comunque limitato a servizi pre-concordati.
Il Ceo di Credit Agricole Italia Giampiero Maioli
In BancoBpm, Giuseppe Castagna ha lasciato aperte 800 filiali, ma 355 rimarranno operative solo lunedì e giovedì e ne ha chiuso 582, mentre Ubi Banca ha previsto che gli sportelli che rimarranno aperti (alcuni verranno temporaneamente chiusi, ma l’operatività sarà consentita presso la filiale aperta più vicina), osserveranno la chiusura pomeridiana e resteranno aperti quindi fino alle 12:50.
In Montepaschi, altro esempio di "eccellenza" ai tempi del Covid-19 segnalato da Fabi&C, oltre ad aver introdotto l’opzione appuntamento, l’amministratore delegato in uscita Marco Morelli ha stabilito che, previa chiamata telefonica, ci si potrà recare in filiale solo le mattine di lunedì, mercoledì e venerdì e per lo svolgimento dei servizi essenziali.
Andrea Munari, Ceo di Bnl-Bnp
Chiusura pomeridiana al pubblico di tutte le filiali anche per i due colossi francesi presenti in Italia: il Credit Agricole e Bnp-Paribas. In Cariparma e Friuladria Credit Agricole, dove però il lavoro continuerà normalmente al pomeriggio, ma a porte chiuse, è stata prevista in aggiunta una totale serrata degli sportelli da uno a tre addetti se nello stesso comune è presente un’altra filiale più grande. E in Bnl-Bnp, oltre alla limitata operatività mattutina, da ieri il Ceo Andrea Munari ha deciso di chiudere circa 120 sportelli.
La Banca Popolare dell'Emilia Romagna di Alessandro Vandelli ha adottato un mix di chiusure: serranda totalmente abbassata per gli sportelli leggeri, apertura alternata (lunedì, mercoledì e venerdì) per altre filiali e servizio di cassa limitato in tutte le filiali solo alla mattina. Sportelli aperti al pubblico a giorni alterni (lunedì, mercoledì e venerdì) e in fascia mattutina anche per la valtellinese Creval. Mentre al Credem, così come hanno fatto anche da tutte le altre banche, hanno solo contingentato l’ingresso in filiali e negli uffici aperti al pubblico per garantire la distanza minima di un metro tra le persone.
@andreadeugeni
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