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Economia
Creval, in 2 anni ripaga i tagli sul lavoro. Si apre il risiko in Valtellina
Da investireoggi.it

di Andrea Deugeni
twitter11@andreadeugeni

Si apre ufficialmente il dossier aggregazioni per il Creval, dopo che la banca valtellinese guidata da Miro Fiordi ha incassato l'ok di BankItalia al Project one bank con la fusione per incorporazione del Credito Siciliano ed è entrata nella fase di esecuzione della strategia di rilancio, il piano Run (Restart under new normality), sul taglio dei costi. Un piano inizialmente considerato troppo ambizioso dal mercato ma che alla fine è riuscito a convincere gli investitori e a mettere a segno a inizio marzo l'imponente (rispetto alla capitalizzazione di mercato della banca) aumento di capitale da 700 milioni.

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L'operazione ha fornito supporto al piano di de-risking che l'istituto valtellinese sta portando avanti già da circa due anni, il cui ultimo step è rappresentato dalla cessione di un pacchetto di crediti unlikely to pay da 243 milioni al 43% del valore nominale. Dopo un mese e mezzo di trattativa con i sindacati, Il Creval ha siglato un accordo per la gestione di 170 esuberi (su 400 nell'arco del piano), attraverso l'utilizzo del Fondo di Solidarietà per il settore.

L'intesa prevede gli esodi anticipati per quelle risorse che matureranno i requisiti pensionistici previsti entro e non oltre il 31 dicembre 2024. I dipendenti interessati potranno accedere, su base volontaria, alle prestazioni straordinarie del fondo con decorrenza primo luglio 2018. L'accordo, che ricomprende anche gli effetti derivanti dall'incorporazione di Credito Siciliano, consentirà al gruppo di realizzare quest'anno circa 7,5 milioni di risparmi sul costo del personale. Ammontare che nel 2019 raddoppierà (visto che nel 2018 vale solo per il secondo semestre) a 15 milioni. Il tutto a fronte di 61 milioni di oneri one-off per l'attivazione del fondo e incentivazioni all'esodo (le risorse saranno interamente rilevate a conto economico nell'anno in corso).

L'intesa, inoltre, prevede altri interventi sul costo del lavoro che consentiranno un ulteriore risparmio a regime pari a circa 13 milioni. Ciò significa che in meno di due anni la banca avrà ripagati gli oneri straordinari derivanti dall'intervento alla voce dipendenti. Il numero dei bancari scenderà a circa 3.730 a fine 2018, in linea con l'obiettivo del piano industriale (numero inferiore a 3.700 dipendenti), con una riduzione cumulata, rispetto a fine 2011, di 767 dipendenti (-17,1%). Il totale delle filiali arriverà a 361, in linea con il target previsto nel piano industriale (350), e in significativa riduzione rispetto al dato di fine 2010 (-182 sportelli, riduzione cumulata del 33,51%).

La banca ha definito anche il piano di ottimizzazione della rete operativa, che prevede la chiusura di ulteriori 50 filiali, con decorrenza da fine maggio e la trasformazione di 4 sportelli in filiali della linea Bancaperta. L'accordo, che anche grazie al traino dell'operazione fra Intesa-Sanpaolo e Intrum sulla gestione delle sofferenze di Ca' de Sass ha spinto al rialzo il titolo Creval, proietta ora l'istituto valtellinese, un gruppo di medie dimensioni nella fase delle possibili alleanze. I nomi che circolano, al momento, sono sempre quelli di Popolare di Sondrio e di Cariparma-Credit Agricole, nonostante le smentite di rito da parte del Ceo Giampiero Maioli, responsabile in Italia del gruppo controllato dalla banque verte.

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