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Economia
Crollo delle Borse, Brera: "I mercati ormai sono in balia degli algoritmi"
Guido Maria Brera

Crollo delle Borse, Brera: "Attenzione all'effetto palla di neve e all'Intelligenza artificiale"

Il lunedì nero dei mercati ha fatto tremare il mondo. Ieri Londra ha chiuso in calo del 2,04%, Francoforte dell'1,82%, Parigi dell'1,42% e Milano del 2,27%. Questi crolli hanno colpito anche i tradizionali beni rifugio come l’oro (-3%) e l’argento (-7%), con lo spread Btp-Bund in aumento di quasi 3 punti percentuali arrivando a sfiorare i 150 punti base. I fattori che hanno causato questo crollo delle Borse sono parecchi e vanno dal pericolo di una recessione negli Usa alla rivalutazione dello yen in Giappone (Tokyo ha perso il 12,4%), ma incide anche l'instabilità geo-politica dovuta alle guerre in corso. "Questa crisi - spiega il presidente del gruppo finanziario Kairos Guido Maria Brera a La Stampa - ha tre protagonisti, che spesso non si parlano: il gruppo dei grandi "day trader", investitori casalinghi, un popolo nato grazie ai sussidi che da quattro anni compra titoli, spesso senza curarsi particolarmente dei fondamentali. Poi ci sono i fondi più sofisticati, che hanno utilizzato i tassi a zero in Giappone per finanziarsi e comprare asset finanziari in giro per il mondo. Infine, il gruppo dei fondi sistemici, che usano algoritmi spesso “trend follower”, ovvero che seguono quello che fanno gli altri".

Leggi anche: Recessione Usa e crollo delle Borse, la Germania da locomotiva d'Europa ad anello debole

Brera entra ancora di più nel dettaglio e spiega che i timori su una recessione negli Usa non bastano a giustificare questo crollo. "Abbiamo un mercato dei capitali iper-connesso, iper-finanziarizzato; basta un piccolo dato negativo - prosegue Brera a La Stampa - e si genera un effetto palla di neve. Ecco come lavorano le macchine rispetto all'uomo". Brera mette in guardia sull'intelligenza artificiale: "Investire è necessario però va regolata". Ma il presidente di Kairos esclude un pericolo imminente per l'Europa e in particolare tranquillizza sull'Italia. "Io credo che in questa fase l’Italia sia messa meglio degli altri; in Europa il vero malato è la Germania, che ha approfittato del bassissimo costo dell'energia e della valuta, mentre la Francia ha un costo dello Stato elevatissimo".

"L’Italia - conclude Brera a La Stampa - ha quindi un'occasione enorme, quella di diventare anch’essa un asset trofeo. Penso che dovremo trasformare l’Italia in un ufficio moderno, un grande luogo in cui venire a lavorare. Non una meta del turismo mordi e fuggi che fa molto male, ma un luogo in cui insegneremo ai figli di chi arriva, puntando sull'educazione e sulla Sanità, in modo da creare virtuosismi, occasioni e stabilità. Così si aumenterebbe il gettito fiscale e si creerebbe un ritorno importante".






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