Economia
La Fed affonda le Borse. Milano -5,63%
E' durata meno di 24 ore l'euforia sui mercati Ue che giovedì hanno affrontato un'altra giornata di passione. A Milano scattano le prese di beneficio e il listino chiude a -5,63%, Londra l'1,6%, Francoforte il 2,1% e Parigi il 3,1%.
Soffrono ancora le banche penalizzate dai conti della francese Société Générale che ha mancato le stime sull'utile. Una situazione che preoccupa il Fmi - che sta per confermare per un secondo mandato il direttore generale Christine Lagarde - secondo cui la ripresa europea procede, ma è debole e le "banche sono centrali" per sostenerla.
A Parigi (Cac 40 -4,05% a 3.896,71 punti) crolla Societe Generale, giu' del 12,35%. Tra i titoli piu' ceduti sui listini del vecchio continente figurano inoltre Commerzbank (-5,85%), Deutsche Bank (-5,45%), Barclays (-5,85%), Bnp Paribas (-5,18%), Axa (-5,99%), Credit Agricole (-5,92%) e Bbva (-6,61%). Sui circuiti di Londra (Ftse 100 -2,39% a 5.537 punti) va segnalato inoltre il balzo dell'operatore aurifero Randgold (+7,28%), segnale di quanto l'oro sia sempre piu' bene rifugio in un'ondata di 'panic selling' che non si placa.
Tra i bancari la peggiore e' stata Ubi con un -12,11% nel giorno della diffusione dei conti 2015. Giu' anche Intesa Sanpaolo (-6,84%), Unicredit (-7,03%), Mps -9,88%, Mediobanca, nel giorno della presentazione della semestrale, ha perso invece il 5,27%, mentre Bpm e Banco Popolare, sempre piu' vicine alle nozze, hanno lasciato rispettivamente il 2,08 e l'8,71 per cento. Tra gli altri finanziari, Generali -8,51%.
Pesanti anche industriali (Fca -5,15%, Ferrari -7,56%, Finmeccanica -6,95%) ed energetici, con Enel a -3,63%, Eni -6,02%, e Saipem a -12,02% nell'ultimo giorno dell'aumento di capitale. Telecom Italia, in vista dei conti 2015 e dell'aggiornamento del piano industriale 2016-2018, ha fatto -8,94% chiudendo a 0,8255 euro per azione.
L'euro è in lieve rialzo: la moneta unica passa di mano a 1,13 dollari, contro 1,1196 dollari delle ultime ore di negoziazione di ieri. Lo spread rimane in area 150 punti, mentre i Btp sul mercato secondario rendono 1,7%. In rialzo dal minimo storico anche il rendimento dei Btp a tre anni: il Tesoro ha collocato due miliardi di titoli a un tasso dello 0,11% dallo 0,02% precedente. Assegnati anche 2,5 miliardi di euro Btp a 7 anni con un tasso in salita all'1,05% dallo 0,99% e Btp a 15 anni per un miliardo di euro con un tasso al 2,08%. Nel mirino dei mercati, però, sono finiti soprattutto i titoli di Stato portoghesi.
A spingere in terreno negativo i listini è ancora una volta il prezzo del petrolio che cala a 27,05 dollari al barile, dopo aver toccato un minimo di 26,85 dollari. A dimostrazione che la situazione resta tesa continua la crescita dell'oro, bene rifugio per eccellenza, che sale in area 1.215 dollari l'oncia. Gli investitori faticano a digerire le parole del numero uno della Federal Reserve, Janet Yellen, che davanti al Senato Usa non ha nascosto i suoi timori sulla tenuta dell'economia mondiale. Probabile quindi che vengano ritardati i piani di rialzo dei tassi di interesse anche se l'ipotesi di "tassi negativi non è da escludere".
Stando ai future sui Fed funds, usati dagli investitori per fare scommesse sulle decisioni della banca centrale Usa, le probabilità di un aumento del costo del denaro nel dicembre 2016 sono salite al 39% dal 32%, mentre prima si scommetteva su due rialzi intermedi. Nel frattempo, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli Stati Uniti si sono attestate la settimana scorsa a quota 269 mila, in calo rispetto alle 285 mila della settimana precedente. Gli analisti avevano previsto una flessione meno marcata, a quota 281 mila unità.
Prosegue la corsa all'oro degli investitori, spinti da una crescente avversione al rischio a rifugiarsi nel metallo giallo e nello yen. I future sullo spot gold con consegna ad aprile sono balzati del 3,5% a 1.235,9 dollari l'oncia, il massimo da un anno. In termini assoluti, si tratta di un rialzo superiore ai 41 dollari.
Le dichiarazioni del presidente della Fed, Janet Yellen, che ha alluso alla possibilita' di un ritardo del prossimo rialzo dei tassi, spingono l'euro a chiudere in forte rialzo a 1,1343 dollari, dopo aver toccato un massimo di giornata di 1,1369 dollari, picco dallo scorso ottobre. Nel frattempo, gli investitori in fuga continuano a rifugiarsi nello yen, che avanza a quota 126,89 sull'euro e a 111,87 sul dollaro. Il biglietto verde ha toccato oggi un minimo di seduta di 110,97 yen, il livello piu' basso dall'ottobre 2014.
LE PAROLE DELLA YELLEN (FED) - I mercati e la Federal Reserve sono "rimasti abbastanza sorpresi" dal forte ribasso del petrolio, mentre "il rafforzamento del dollaro era in certa misura atteso", alla luce del rafforzamento dell'economia americana. Lo ha detto il presidente della Federal Reserve Janet Yellen, durante la testimonianza davanti alla commissione Finanza del Senato. E' il secondo giorno che Yellen e' in Congresso per la testimonianza di meta' anno. Le dichiarazioni iniziali sono state sostanzialmente identiche a quelle di ieri alla Camera. Come gia' detto ieri, Yellen ha ribadito che "ci sono sempre alcune possibilita' di recessione", ma la Fed monitora gli sviluppi interni e internazionali in modo da agire in modo tempestivo qualora necessario.
Negli ultimi sette anni, ovvero dalla crisi finanziaria in poi, "sono stai compiuti passi per rafforzare il sistema bancario" americano e "si vedono ora miglioramenti". Lo ha detto il presidente della Federal Reserve Janet Yellen, durante la testimonianza davanti alla commissione Finanza del Senato. Il numero uno della Banca centrale americana ha spiegato che con la Dodd-Frank Act, la riforma della finanza varata dal presidente Barack Obama, "sono stati fatti passi aventi significativi" per risolvere la questione delle banche troppo grandi per essere lasciate fallire, ma "e' prematuro dire se il problema sia stato risolto". Secondo Yellen, aiuto viene anche dal sistema degli stress test, le valutazioni sulla tenuta a un'eventuale crisi previsti per le banche. Per quanto riguarda invece l'economia, il focus e' anche sull'andamento del mercato del lavoro, dove si vedono "segnali preliminari di un aumento dei salari".
L'ALLARME DELL'FMI SULLE BANCHE - Il Fondo monetario internazionale non vuole commentare sui casi specifici di singoli istituti di credito in Europa ma il declino dei prezzi di borsa "è fonte di preoccupazione" dal momento che "il recente sell-off riflette prospettive in peggioramento per le banche europee". Lo ha detto nel consueto incontro bisettimanale con la stampa Gerry Rice, direttore comunicazione dell'istituto di Washington. Secondo lui "la ripresa in Europa è una ripresa ma resta debole. Un robusto sistema bancario deve sostenere gli investimenti e l'attività economica. Le politiche dovrebbero incentivare le banche a sistemare i loro bilanci". Rice ha detto che "a livello nazionale, soluzioni sui crediti deteriorati possono essere incoraggiate da una supervisione più stringente, un miglioramento del framework per le insolvenze e facilitando mercati per debito sotto stress. A livello Ue, serve fornire chiariezza sulle responsabilità per una stabilità a livello di sistema, completare l'unione bancaria, che ridurrebbe i rischi nel sistema".
Commentando le vendite che stanno colpendo le banche in Borsa, Rice ha osservato: "In generale c'è stato un calo dell'azionario in Europa e nel mondo. C'è stato anche un declino dei prezzi dei titoli di istituzioni finanziarie in Europa e in altre Regioni. Le azioni del settore bancario europeo sono calate di più dell'azionario in generale. Ci possono essere diversi motivi per questo tra cui dati economici, aumento delle preoccupazioni sulla redditività e la continuazione di problemi di lunga data come elevati livelli di crediti deteriorati".