Dazi, il Messico si allea con Trump: tariffe a Cina e Paesi asiatici, ma l'asse con Washington può creargli più danni del previsto - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 14:38

Dazi, il Messico si allea con Trump: tariffe a Cina e Paesi asiatici, ma l'asse con Washington può creargli più danni del previsto

Il governo Sheinbaum vara dazi fino al 50% sui beni asiatici per proteggere l’industria nazionale e guadagnare margine nei negoziati con Trump, ma la scommessa messicana è piena di incognite

di Elisa Mancini

Guerra dei dazi, perché il Messico sfida l’Asia e si avvicina a Washington

Il via libera del Senato messicano alle tariffe sulle importazioni asiatiche non è una misura amministrativa come tante, ma un forte segnale politico, perché Città del Messico ha scelto di irrigidire le proprie barriere commerciali, imponendo dazi su centinaia di prodotti provenienti da Cina e altri Paesi asiatici che potrebbero addirittua arrivare fino al 50%. Una svolta che va a a braccetto con il rigido protezionismo nordamericano verso Pechino e che si inserisce perfettamente anche nel quadro delle trattative messicane con gli Stati Uniti.

La presidente Claudia Sheinbaum ha deciso di imboccare questa strada in un momento in cui il rapporto con Washington è destinato a cambiare; da un lato, il Messico sta cercando di difendere i propri settori industriali sempre più "compromessi" e indeboliti dalla forte concorrenza asiatica. Dall’altro, Sheinbaum ha bisogno di ricostruire un dialogo stabile con Donald Trump, dopo che, nel giro di pochi mesi, la nuova amministrazione Usa ha alzato al 50% i dazi sull’acciaio e sull’alluminio messicani. Dimostrare quindi di voler frenare l’ingresso di prodotti cinesi nel continente diventa così una leva negoziale per tentare di ottenere un alleggerimento delle misure ed entrare almeno un po' nelle grazie del tycoon.

Ma il percorso per arrivare a queste tariffe fin dall'inizio non è stato lineare: la proposta originaria, presentata a settembre, includeva oltre 1.400 categorie di prodotti, ma aveva subito incontrato le resistenze delle imprese messicane dipendenti da componenti cinesi, che avevano avvertito del rischio di un aumento dei costi e di una perdita di competitività, mentre vari governi asiatici avevano fatto pressioni per attenuare il provvedimento. E così dopo oltre 750 modifiche, la lista dei prodotti colpiti è stata ridotta, pur restando ampia e concentrata su settori come il tessile, il calzaturiero, i metalli e la componentistica automobilistica.

Ovviamente le conseguenze per il mercato interno saranno forti e significative. Nei fatti i costi per le imprese che importano componenti dall’Asia aumenteranno, soprattutto in settori che dipendono fortemente dalla Cina; si aprirà uno spazio competitivo per produttori locali di acciaio, alluminio, abbigliamento e pezzi di ricambio; prenderà ulteriore slancio il nearshoring,  cioè il trasferimento in Messico di attività produttive destinate al mercato nordamericano. Con queste misure il Ministero delle Finanze prevede un aumento dell’8% delle entrate da dazi entro il 2026, segnale di un impatto economico tutt’altro che marginale.

Ma la vera scommessa sarà quella politica. Con questa mossa il Messico spera infatti di diventare per Washington l'alleato perfetto pronto a combattere al fronte per "annientare" la concorrenza cinese, nel tentativo di alleggerire almeno un po' le tariffe punitive sull’industria messicana. Finora, però, dagli Stati Uniti non è arrivata alcuna promessa pubblica o garanzia, anche perché le trattative in corso sono molto riservate.

Resta da capire se la strategia produrrà i risultati sperati. Molto dipenderà dalla capacità delle imprese messicane di riorganizzare le proprie catene di fornitura senza subire un duro contraccolpo; dalla rapidità con cui nuovi investimenti industriali riusciranno a colmare i vuoti lasciati dalle importazioni; e, soprattutto, dalla risposta di Washington. Senza un ritorno concreto dagli Usa, il Messico rischia di caricarsi un peso industriale non indifferente senza ottenere ciò che si aspetta: se questa scelta sarà efficace o resterà un azzardo, lo diranno i prossimi mesi.