Def, deficit/Pil all'1,9%. Manovra da 27-28 mld. Anteprima: ecco l'accordo - Affaritaliani.it

Economia

Def, deficit/Pil all'1,9%. Manovra da 27-28 mld. Anteprima: ecco l'accordo

Alberto Maggi (@AlbertoMaggi74)

Def, mediazione e intesa nel governo. Ecco quanti soldi per pensioni, reddito di cittadinanza e riduzione della pressione fiscale

Accordo fatto nel governo sulla nota di aggiornamento al Def. In attesa del Consiglio dei ministri in calendario giovendì 27 settembre, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, all'interno dell'esecutivo l'intesa è stata raggiunta sul rapporto deficit/Pil che dovrebbe attestarsi all'1,9%, ovvero qualche decimale di punto in più rispetto alle stime precedenti. Il ministro dell'Economia Giovanni Tria avrebbe voluto fermarsi all'1,6% mentre il vicepremier Luigi Di Maio si sarebbe spinto oltre il 2% (considerando anche il 2,8 deciso in Francia dal presidente Macron per finanziare il mega-taglio delle tasse). La mediazione del premier Giuseppe Conte, d'accordo con Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, ha portato al livello intermedio dell'1,9%. Con questo numero fissato nel Def il governo recupererà 17 miliardi di euro, ai quali vanno aggiunti gli altri fondi che deriveranno soprattutto dalla pace fiscale e dalla spending review.

Il totale della manovra economica dovrebbe attestarsi intorno a 27-28 miliardi di euro. Per sterilizzare l'aumento dell'Iva servono 12-13 miliardi e quindi - spiegano fonti dell'esecutivo - per le altre misure care a M5S e Lega saranno a disposizione 14-16 miliardi. Le cifre ovviamente potranno cambiare fino all'ultimo minuto, ma al momento circa 8-9 miliardi dovrebbero andare per la riforma previdenziale (Legge Fornero) con l'introduzione della famosa quota 100 e l'aumento delle pensioni minime; intorno ai 4,5-5 miliardi servirebbero per finanziare il reddito di cittadinanza che potrebbe partire da marzo 2019; intorno ai 3 miliardi i fondi per la flat tax.

In particolare, sulla riduzione della pressione fiscale, si dovrebbe andare verso l'aliquota del 15% fino a un fatturato di 65mila euro annuali per Partite Iva, artigiani e piccole imprese e del 20% fino a quota 100mila euro, mentre ci sarà l'impegno di intervenire a favore delle famiglie e dei lavoratori dipendenti dal 2020. Si tratta di un compromesso che soddisfa sia i 5 Stelle sia la Lega e che consente al ministro Tria di andare a Bruxelles con un deficit/Pil comunque sotto il 2%. La speranza della maggioranza è che i mercati finanziari accolgano positivamente il Def, e quindi la Legge di Bilancio, senza alcuna febbre sullo spread.