Def, Renzi taglia le stime del 2016: l'Italia crescerà dell'1,2% - Affaritaliani.it

Economia

Def, Renzi taglia le stime del 2016: l'Italia crescerà dell'1,2%

Il Governo gioca la carta della flessibilità in Europa anche nel 2017

"Per la prima volta da anni la previsione è stata più saggia, più prudente. La serietà e il rigore è quella che porta per la prima volta questo governo a fare previsioni più basse della realtà". Commenta così Matteo Renzi il nuovo Documento di economia e finanza, documento contabile che contiene il quadro macroeconomico all'interno del quale si muove la politica economica del Governo per i prossimi tre anni.

Entrando nel dettaglio dei numeri, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha annunciato che la previsione del Pil per il 2016 è stata portata all'1,2%, dal +1,6% stimato nell'aggiornamento del Def 2015 del settembre scorso. Per gli anni successivi si indica ora un +1,4% per il 2017 (dall'1,6%) e un +, è stata rivista al ribasso all'1,2%, per poi passare al +1,4% per il 2017 (sempre dal +1,6%) e al +1,5% per il 2018. L'Italia è reduce dal +0,8% del 2015 e alla luce di quel dato, Padoan ha rivendicato: "La crescita c'è, la trainano i consumi delle famiglie e gli investimenti - sia pubblici che privati - mostrano un'accelerazione", aggiungendo "l'effetto positivo delle misure del governo". Come indicato già nelle bozze che sono entrate a Palazzo Chigi, novità si registrano anche sul fronte del deficit. Per quest'anno, il governo sembra aver individuato un punto di incontro con la Commissione Ue indicando un indebitamento al 2,3% del Prodotto, ovvero a metà tra il 2,2% indicato in autunno e il 2,4% che si raggiungerebbe occupando tutto lo spazio legato alla ormai famosa "clausola di flessibilità" per i migranti (0,2 punti di Pil, circa 3 miliardi).

Un risultato che si raggiunge grazie a un aggiustamento amministrativo: non servono manovre lacrime e sangue, bastano i risparmi sulla spesa per interessi (grazie alla Bce) e l'extragettito legato al rientro dei capitali (voluntary disclosure) per limare un po' di indebitamento. Ma nelle pieghe del documento si trova anche la richiesta implicita di maggiore flessibilità per l'anno prossimo. Il riferimento è all'indicazione di un deficit/Pil all'1,8%. Si tratta di una correzione dei conti inferiore all'1,1% previsto inizialmente e per il titolare delle Finanze "è compatibile con la flessibilità prevista dall'Europa e le circostanze straordinarie che riguardano la crescita più bassa a livello globale e l'inflazione" stagnante. D'altra parte, raggiungere il livello dell'1,1% richiederebbe uno sforzo mostruoso all'Italia, se si considera che solo per disattivare le clausole di salvaguardia (di fatto aumenti dell'Iva) che scatteranno automaticamente dal prossimo gennaio sono da mettere in conto circa 15 miliardi nella legge di Bilancio del 2017.

La concessione da parte della Ue potrebbe esser approvata definitivamente da Bruxelles a maggio, quando arriverà il giudizio Ue definitivo sulla Stabilità 2016 insieme all'aggiornamento delle previsioni macro. In ogni caso, Padoan ha rimarcato: "L'idea che l'Italia chieda troppo all'Europa è sbagliata. L'Italia ha più flessibilità semplicemente perché la finanza pubblica italiana è in regola più di quella di altri". Per quanto riguarda la necessità di tenere a bada il debito, Padoan ha rimarcato che il percorso rallenta rispetto alle previsioni per via "della minore crescita nominale del Paese, legata alla bassa inflazione". Il debito è comunque previsto "in calo per la prima volta dopo otto anni" al 132,4% per quest'anno, poi negli esercizi successivi a 130,9, 128 e 123,8 punti percentuali di Pil.

Proprio per accelerare il percorso di contenimento del debito, reso più difficile dal macigno della deflazione, si attende la ripresa del programma di privatizzazioni, che attualmente resta previsto per uno 0,5% del Pil nel 2016: l'Ipo di Fs è stata rimandata a data da destinarsi e per sostituirla si sta pensando ad una nuova immissione sul mercato di azioni di Poste italiane. Un capitolo è dedicato infine alle misure espansive: grande spazio sarà dato alle imprese, con un provvedimento in rampa di lancio proprio per maggio e che dovrebbe valere un +0,2% del Pil, secondo quanto annunciato da Padoan. Si prevedono l'azzeramento della tassa sui capital gain e misure di sostegno agli investimenti in aziende non quotate e sgravi sugli utili re-investiti.