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Economia
Dl Dignità, Boeri: "Ottimistici 8mila posti in meno"
SCHIAFFO 2 - Tito Boeri, presidente dell'Inps. Non piace a nessuno di quelli al governo, a Matteo Salvini per primo. Invece di resistere meglio andare a casa subito. Le dimissioni sarebbero un bel gesto.

Dl Dignità, il presidente dell'Inps Boeri all'attacco del governo.

La richiesta di relazione tecnica per il decreto dignità è arrivata "il 2 luglio" e l'ufficio legislativo del ministero del Lavoro ha richiesto di "stimare la platea dei lavoratori coinvolti al fine di quantificare il minor gettito contributivo derivante dalla contrazione del lavoro a tempo determinato". Lo dice il presidente dell'Inps Tito Boeri in audizione alla Camera riportando il testo della richiesta e sottolineando che "come si evince il ministero aveva già messo in conto una riduzione dell'occupazione a tempo determinato per effetto del decreto".

La prima relazione tecnica inviata dall'Inps al ministero del Lavoro "in data 6 luglio 2018 alle ore 12.23", ha "una lunghezza di sei pagine e contiene tabelle che offrono un'immediata rappresentazione delle stime, contiene già i numeri sugli effetti occupazionali negativi del provvedimento, come confermato dal Ministro Di Maio ieri in audizione",  ha detto ancora Boeri, sottolineando che "bisogna almeno sfogliarla (la relazione tecnica, ndr) per carpirne i contenuti...".

"Le stime dell'Inps - secondo Boeri - possono apparire addirittura ottimistiche se si tiene conto che ai lavori in somministrazione vengono estese tutte le restrizioni stabilite dal decreto per i contratti a tempo determinato".

"Se nelle sedi istituzionali opportune mi venisse chiesto di lasciare il mio incarico anticipatamente perché ritenuto inadeguato a ricoprirlo - ha aggiunto Boeri -, ne trarrei immediatamente le conseguenze. Ciò che non posso neanche prendere in considerazione sono le richieste di dimissioni on line e le minacce da parte di chi dovrebbe presiedere alla mia sicurezza personale".

"Io personalmente non sono affatto contrario allo spirito del provvedimento" ma "questo non mi esime dal fare i conti con la realtà che, spesso, ci impone delle scelte", dice Boeri sottolineando che "affermare che le relazioni tecniche esprimono un giudizio politico, come ha fatto "il ministro Di Maio", significa "perdere sempre più contatto con la crosta terrestre, mettersi in orbite lontane dal nostro pianeta". Un "esercizio molto pericoloso perché, "prima o poi bisognerà spiegare ai cittadini quali sono i vincoli di cui è costellato il mondo reale".

 

 

In apertura di commissione erano intervenuti i Consulenti del Lavoro. Gli esperti ritengono che il decreto "desti perplessità" per la "scarsa efficacia intrinseca nella dichiarata lotta alla precarietà". Secondo la presidente, Marina Calderone, il ritorno delle causali dopo il primo contratto a termine "denota una rigidità specifica che va ben oltre le causali generiche ante 2015", quando i contratti furono liberalizzati. Inoltre "la scelta legislativa di non lasciare ambiti di determinazione alla contrattazione collettiva, al fine di inserire altre causali, rende molto rigida la norma che, in termini occupazionali, potrebbe rendere più difficile il ricorso a questa tipologia di contratto". L'opinione degli addetti ai lavori è che sia meglio lavorare anche sulla durata, "riportando la durata massima del contratto a termine alla misura di trentasei mesi" dai ventiquattro previsti dal Dignità: "Ciò garantisce maggiori certezze in funzione della continuità della prestazione lavorativa".

Critiche anche sull'ampliamento a centottanta giorni del limite entro il quale si possono impugnare i contratti: "Individuare un periodo più lungo ha come effetto certo l'aumento della latenza del contenzioso e l'allontanamento del momento della sua definizione. Non si ravvisano altrimenti giovamenti nell'ampliamento previsto dal decreto legge", dicono i Consulenti. Che aggiungono una critica alla mancanza di una "fase transitoria" delle nuove norme, che anzi si applicano anche ai rinnovi di contratti in essere. Quanto alla estensione delle norme ai contratti di somministrazione, "appare del tutto eccessiva, finendo non tanto per perseguirne le applicazioni elusive, quanto per comprimerne del tutto qualsiasi applicazione".

Per correggere gli effetti del decreto, il governo sta studiando una agevolazione per le assunzioni stabili nell'ordine di uno sconto contributivo dello 0,5%, per annullare l'aggravio previsto per i rinnovi dei contratti a termine. Barba Lezzi, ministra per il Sud, oggi ha aggiunto: "Stiamo valutando di allungare le agevolazioni per il Sud che ci sono già per quest'anno. Per noi è molto importante che ci siano sgravi contributivi, abbiamo fatto una lunga battaglia perché non venissero annullati quelli che c'erano prima. Stiamo lavorando per allargare quel piano".

Critico invece il presidente Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec), Daniele Virgillito, che lamenta la mancata convocazione nel ciclo di audizioni: "Ci vuole coraggio per fare, ma anche coraggio per ascoltare: i giovani non sono stati invitati al confronto".

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