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Economia
Eni, l' ombra di Grillo sull'assemblea.Descalzi conferma la svolta green
Foto LaPresse

Per un attimo, qualcuno ha temuto i botta e risposta fra vertici dell'Eni e Beppe Grillo conseguenti all'intervento pirotecnico del capo del Movimento 5 Stelle all'assemblea del 2015. Poi, l'adrenalina dei presenti è subito rientrata, anche se a detta di qualcuno presente all'assise l'ombra pentastellata sulla controllata principe del Tesoro ha già iniziato ad aleggiare. Tanto che nel suo intervento l'amministratore delegato del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi, ha messo l'accento sui 22 miliardi di spese che l'Eni prevede nel prossimo quadriennio per l'Italia. Paese il cui governo sta per passare in eredità da una maggioranza piddina a una giallo-verde Lega-M5S dal sapore sovranista.

Descalzi grillo eni ape
Il Ceo dell'Eni Claudio Descalzi all'assemblea del 2015 con Grillo

Inusuale apertura infatti stamane per l'assemblea del colosso petrolifero dove presidente e amministratore delegato, riconfermato nel 2017 scadranno fra due anni. Prima ancora che si aprissero i lavori un azionista ha interrotto la presidente Emma Marcegaglia che stava iniziando a illustrare la procedura assembleare, sottolineando di essere stato presente anche all'appuntamento dello scorso anno come rappresentante del deputato di rilievo del M5S, Carlo Sibilia e, chiedendo che fosse sostituito il notaio d'impresa, Paolo Castellini.

Apriti cielo. Secondo l'attivissimo azionista, depositario di delega grillina, l'assemblea avrebbe dovuto essere presieduta da un altro notaio più idoneo perchè Castellini lo scorso anno non ha allegato  al verbale di assemblea del 2017 - ha lamentato il socio - l'intervento fatto da lui stesso. "E' il secondo anno che partecipo all'assemblea- ha spiegato infatti l'azionista filo-grillino - l'anno scorso in rappresentanza dell'azionista Carlo Sibilia e alla scorsa assemblea non è stato allegato il mio intervento", intervento su temi esaminati dalla Commissione di inchiesta sul sistema bancario e finanziario della quale faceva parte Sibilia.

Marcegaglia de scalzi eni ape 2

Il presidente dell'Eni Emma Marcegaglia

Quindi, ha tuonato, "mi dichiaro contrario alla nomima del notaio Paolo Castellini riproposto quale verbalizzante all'assemblea odierna e ne chiedo sostituzione", ha detto l'azionista, che ha anche ricordato "l'obbligo a rimborsare le spese di viaggio agli azionisti in Italia e a garantire spazi adeguati in assemblea". Ciò detto, "se il notaio rivede sua posizione ritiro la mia proposta di sostituirlo", ha concluso. Niente da fare. La presidente Emma Marcegaglia ha messo ai voti la richiesta e l'assemblea ha respinto la proposta, con Mef e Cdp schierate sul no.

Dopo l'intervento della Marcegaglia, Descalzi ha preso la parola spiegando che le spese che Eni prevede in quattro anni - il ciclo di piano - in Italia salgono a 22 miliardi di euro. Spese che comprendono gli investimenti pari a 7 miliardi. Rispetto al quadriennio 2014-2020, nel corso del quale sono stati spesi 20 miliardi, ha spiegato il Ceo dell'Eni, l'obiettivo 2018-2021 cresce pertanto di 2 miliardi.

A beneficiare dell'incremento di spesa è il comparto "sicurezza ed ambiente e green business", che passa dal 21% al 24% della torta, pari a 5,28 miliardi (è stata di 4,2 miliardi nel 2014-2017). Nel green, in particolare, tema molto caro al popolo pentastellato, Eni punta a soluzioni sostenibili e innovative attraverso la valorizzazione degli asset esistenti, ha spiegato Descalzi.

Biocarburanti e mobilità sostenibile, coonversioni green, chimica, bonifiche e rinnovabili per 220 Mw di capacità installata al 2021 attraverso 25 siti, sono i driver. Per quanto riguarda la mobilità sostenibile, altro tema molto caro allo schieramento grillino, Eni farà partnership con Fca per la formulazione di carburanti innovativi e sviluppo di nuove tecnologie; Snam per la realizzazione di nuovi impianti Cng e Gnl e Fincantieri per la valutazione della catena di trasporto di gas e Gnl e iniziative per la valorizzazione di risorse gas. Nel quadriennio sono infine stanziati 750 milioni per la ricerca e lo sviluppo.

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