Economia
Eni, Descalzi paga ancora il barile low cost. Utile netto trimestrale in calo del 46%

Com'era prevedibile, Eni paga ancora il barile low cost e chiude la trimestrale con risultati in calo ripetto al primo trimestre del 2014. Secondo quanto ha appena comunicato il colosso petrolifero guidato da Claudio Descalzi, i primi tre mesi dell'anno si sono chiusi infatti con un utile netto di 0,70 miliardi di euro, in calo del 46%. L'utile netto adjusted e cioè quello depurato dalle componenti straordinarie di bilancio si è attestato a 0,65 miliardi (-46%) mentre l'utile operativo adjusted a 1,57 miliardi (-55%) e' risultato positivo in tutti i settori di business.
Nella nota, il Cane a sei zampe ha spiegato che la diminuzione dell'utile operativo adjusted è dovuto "al calo del 50% del prezzo del petrolio" ma "attenuato dalle migliori performance upstream e di tutti gli altri settori di attivita'". Il settore G&P ha conseguito un aumento del 21,5% dell'utile operativo (+0,05 miliardi di euro) grazie alla migliore competitivita' del portafoglio di approvvigionamenti long-term a seguito della rinegoziazione di una parte sostanziale e alla buona performance del segmento retail e dei segmenti ad alto valore aggiunto, nonostante i proventi una tantum connessi alle rinegoziazioni rilevati nel periodo di confronto.
Il settore R&M e Chimica ha conseguito l'utile operativo adjusted di 0,12 miliardi di euro rispetto alla perdita operativa di 0,31 miliardi di euro del primo trimestre 2014 grazie al recupero dei margini di raffinazione e delle commodity chimiche, nonchè per effetto delle iniziative di efficienza e di ottimizzazione. Anche la controllata Saipem ha registrato una ripresa della performance operativa (+25%).
La nota positiva è che, in linea con le strategie annunciate a marzo al mercato, la produzione d'idrocarburi del primo trimestre dell'anno è cresciuta, toccando quota 1,697 milioni di boe/giorno, in aumento del 7,2%. Escludendo l'effetto prezzo nei Production Sharing Agreement e le operazioni di portafoglio, la produzione ha registrato un incremento del 3,7% dovuto al contributo degli avvii del trimestre e delle produzioni in Libia, nonchè dell'entrata a regime degli avvii 2014 in Angola, Congo, Egitto e Stati Uniti. "Tali incrementi - ha fatto sapere l'Eni - sono stati parzialmente compensati dal declino delle produzioni mature".
"Sono particolarmente soddisfatto dei risultati conseguiti che, in linea con la strategia annunciata lo scorso marzo, recuperano per oltre 600 milioni di euro l'effetto scenario negativo determinato dal crollo del prezzo del Brent", è stato il commento di Descalzi. "Le produzioni upstream sono in crescita, i piani di sviluppo a sostegno delle nuove produzioni 2015-2016 proseguono secondo le previsioni, mentre tutti i business mid-downstream, approfittando anche di uno scenario favorevole, sono tornati in utile evidenziando i frutti delle azioni di trasformazione avviate. Questi risultati, insieme alla massima attenzione all'efficienza e all'ottimizzazione del capitale circolante, hanno contribuito a mantenere il leverage invariato rispetto a dicembre 2014 nonostante il dimezzamento del prezzo del Brent", ha concluso il manager.