Eni informa della pubblicazione dei documenti sull’operazione Opl245 sul sito web della società, un’iniziativa di trasparenza e fact checking tramite la quale l’azienda illustra la correttezza del proprio operato e di quello del proprio management.
Eni ha pubblicato sul proprio sito web i documenti dell’inchiesta giudiziaria sull’acquisizione dell’Opl245, in Nigeria, svolgendo un approfondito fact checking su tutti i principali punti oggetto del processo in corso presso il Tribunale di Milano.
La società ha deciso questa iniziativa di trasparenza nella convinzione che la lettura dei documenti consentirà di verificare direttamente come Eni abbia agito con assoluta correttezza e nel pieno rispetto della legge. È possibile consultare il dossier al link https://www.eni.com/it-IT/media/caso-opl245-processo-nigeria.html
Attraverso questa iniziativa, Eni illustra, con ampio supporto documentale, i punti chiave di una vicenda rispetto alla quale organismi istituzionali di rilievo internazionale come il Dipartimento di giustizia (DoJ) e la Securities and Exchange Commission (Sec) hanno recentemente chiuso le proprie indagini senza intraprendere alcuna azione nei confronti della compagnia. Un’operazione rispetto alla quale accurate indagini interne condotte a più riprese da soggetti terzi indipendenti avevano in passato confermato la correttezza dell’operazione.
Eni: operazione Opl245
Lo sviluppo di Opl245 avrebbe portato e porterebbe grandi benefìci economici e sociali al popolo nigeriano; Eni corrispose direttamente al Governo nigeriano un corrispettivo congruo e ragionevole rispetto alle caratteristiche della concessione, ai termini contrattuali e all’evoluzione storica del mercato petrolifero locale e internazionale.
Eni non era tenuta a conoscere, né conosceva, la destinazione dei fondi versati alla società Malabu dal Governo nigeriano, versamento autorizzato dalle autorità antiriciclaggio inglesi; le accuse di retrocessioni di tangenti a manager Eni sono state smentite dai testimoni e dai periti in aula, oltre che dalla stessa Guardia di Finanza già nel 2016; nell’ambito dell’operazione, Eni ha rispettato le procedure interne, le best practice internazionali e messo in atto ogni verifica industriale, economica e di processo.
Sono questi i fatti chiave che Eni dimostra nel dossier, con documentazione e citazione di fatti a supporto. Eni ribadisce la totale estraneità propria e quella del proprio management rispetto alle accuse processuali, e confida che la verità potrà essere al più presto ristabilita dalla Magistratura giudicante.
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