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Economia
Esami di stato: per gli avvocati c'è il rischio di accessi bloccati per anni

Esame di stato: per gli avvocati un netto rallentamento 

La pandemia ha bloccato il mondo intero e anche gli esami di stato abilitanti alle professioni. Come fa sapere il Sole 24 Ore l’emergenza Covid 19 rischia di bloccare per anni l’accesso alla professione di avvocato. Tra esami 2019 in ritardo e sessione 2020 sempre più in bilico, infatti, per un giovane laureato che ha concluso i 12 mesi di tirocinio dopo la laurea, potrebbe metterci anni prima di conquistare l’abilitazione. 25mila giovani si presentano ogni per conquistare un posto in questa carriera, e Federico Cazzaniga membro del direttivo del Comitato per l’esame da avvocati fa sapere: “Di questo passo un giovane che ha terminato il praticantato nel 2019 potrebbe non avere accesso alla professione fino al 2023”. A condizionare il percorso è ovviamente il Covid-19. 

Esame di stato: la sessione 2019 

La sessione dello scorso anno ha subìto l’impatto della pandemia e sta viaggiando in ritardo. Pria il lockdown, arrivato nella fase di correzione degli scritti e ora il lento avvio degli orali. Il quadro cambia a seconda delle Corti d’appello: Milano è partita a fine settembre, Napoli agli inizi di ottobre. Queste città devono fare i conti anche con i contagi sempre più dilaganti tra le commissioni. Il quadro è critico perché gli aspiranti legali sono gli unici tra le categorie ad accesso regolato ad aver continuato a svolgere le prove in presenza, a differenza di commercialisti, ingegneri e così via. Quest’ultimi devono solamente sostenere una prova orale a distanza. Il ritardo delle correzioni comporta a delle sovrapposizioni tra 2019 e 2020. Come spiega Cazzaniga: “In tanti non conoscendo l’esito dell’orale 2019 dovranno iscriversi in via cautelativa per il 2020 sostenendo di nuovi i costi di esame”. Anche il Cnf ha chiesto di passare alla modalità a distanza per gli orali residui: “laddove la presenza non può essere garantita”. 

Esame di stato: la sessione 2020 

L’appuntamento per il 2020 è fissato il 15, 16 e 17 dicembre per l’avvio degli scritti, ma la situazione sanitaria in continuo peggioramento potrebbe far slittare ancora la data. Questa settimana il Ministero della Giustizia dovrebbe dare una risposta sulle indicazioni per gli scritti. Intanto i praticanti chiedono: “disposizioni uguali ai colleghi”, con una prova orale in modo da evitare inutili sovrapposizioni e rallentamenti. 

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