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Economia
Esclusivo/ Gas, allarme stoccaggi: il caldo estremo ora fa paura
Roberto Cingolani, ministro della transizione Ecologica

Stoccaggio di gas: iniziamo a preoccuparci

È stata fissata per domani 21 giugno la riunione del Comitato tecnico di emergenza e monitoraggio del gas naturale, istituito al ministero per la Transizione ecologica. Brutte notizie? Potrebbero essercene, in effetti. Perché la riduzione della fornitura di gas da parte della Russia ad oggi non rappresenta un problema, nel senso che non è a rischio l’operatività quotidiana attuale, ma pone un enorme interrogativo sul futuro, sull’inverno che ci attende. Il ceo di Eni Claudio Descalzi ha parlato della necessità di raggiungere una soglia minima del 70-80% di stoccaggi per ottobre per far fronte alle punte di domanda. A che punto siamo oggi? Affaritaliani.it ha avuto accesso ad alcuni dossier che permettono di fare luce sul sistema degli approvvigionamenti del gas. Partendo da un dato: ieri le riserve erano al 54,5%.

Prima di tutto, sembra quasi pleonastico dirlo, ma l’andamento dei consumi è totalmente diverso da quello dell’elettricità. Per ovvie ragioni: d’estate i riscaldamenti sono spenti, con conseguente, notevole riduzione delle necessità di gas. Per questo motivo, il sistema viene diviso in due grandi stagioni. La prima, dal 1° aprile alla fine di aprile, è quella di “iniezione”, in cui cioè viene accumulato il gas. In Italia c’è una vera fortuna, cioè avere a disposizione vecchi giacimenti ormai esausti che permettono lo stoccaggio. Siamo il secondo Paese in Europa per disponibilità di luoghi in cui accantonare il gas

Dal 1° novembre al 31 marzo, invece, parte la stagione dell’erogazione, in cui cioè quanto accumulato viene immesso nel sistema insieme agli acquisti quotidiani. Come detto, c’è grande variabilità per i picchi, con il gas che viene impiegato fondamentalmente per tre settori: alimentare le centrali elettriche, industria e utilizzo domestico. Quest’ultimo vale, da solo, il 40% del totale.

A quanto ammontano i consumi

Quanto si consuma quotidianamente? Molto difficile dirlo, ma diciamo che in questi giorni in cui le centrali elettriche sono particolarmente “demanding” a causa dell’ondata anomala di caldo che ha fatto impennare i consumi per i consumatori, vengono usati circa 160 milioni di metri cubi al giorno. E la disponibilità complessiva che abbiamo è di circa 200 milioni di metri cubi al giorno. C’è quindi uno stoccaggio potenziale di 40 milioni di metri cubi al giorno, in questo periodo. Ma, come detto, i calcoli non possono essere fatti con l’accetta. Per questo al momento gli operatori non sono particolarmente preoccupati per quanto sta succedendo dal passaggio del Tarvisio

Lo scorso anno, a causa di un errato meccanismo di stoccaggio, la Germania si ritrovò in grave crisi di gas e, per questo motivo, venne deciso di fissare limiti minimi di riempimento al 90%. Il tema preoccupante è che, in questi giorni, gli stoccaggi proseguono a rilento a causa del caldo, con una quota di circa 25 milioni durante la settimana, livello che raddoppia nel weekend. Per far capire quanto la canicola stia incidendo, basti pensare che a maggio si arrivava a quasi 100 milioni di metri cubi stoccati al giorno

C’è poi il tema dell’andamento della domanda. Diversamente da quanto si può pensare, al momento gli stoccaggi non stanno procedendo a ritmo (troppo) sostenuto a causa del prezzo del gas. Questo significa che gli operatori sono restii a pagare prezzi troppo alti. A corredo, può succedere che qualcuno decida di rivendere una quota del gas acquistato. Si tratta di un meccanismo speculativo legale, anche se non esattamente commendevole in un momento come questo. Nel caso si dovesse dichiarare lo stato d’emergenza, questa modalità verrebbe immediatamente bloccata. 

Come siamo messsi con gli stoccaggi?

Dunque, tornando al tema dello stoccaggio: com’è messa l’Italia? Se, come abbiamo ampiamente ribadito, al momento non ci sono criticità all’orizzonte, bisogna però accelerare con gli stoccaggi. Siamo andati malissimo in aprile, perché c’erano i prezzi alle stelle e le aziende non volevano accantonare gas a un costo troppo alto di carico. Per evitare l’effetto (ulteriormente) inflattivo, Snam ha deciso di acquistare in blocco l’intero fabbisogno di gas per alimentare le 13 mini-centrali che impiega, per un totale di 700 milioni di metri cubi, già ad aprile, e di destinare tutto ciò che non serviva nell’immediato per creare scorte. 

L’ultima incognita da tenere in considerazione è quella che riguarda il tipo di inverno che ci aspetta. Se dovesse essere come quello appena trascorso, ci sarebbe da accendere un cero. Perché si è trattato di un periodo particolarmente mite che non ha richiesto grande impiego di riscaldamento. Se così non fosse stato avremmo avuto un serio problema con le scorte tedesche ma anche con quelle italiane. Dunque, se è prematuro parlare di razionamento del gas in Italia, è bene iniziare a drizzare le antenne, se dovessimo proseguire su questa linea rischiamo di arrivare all’inverno con il fiato corto

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