Economia
Ex Ilva, rosso da 2,2 mld verso i fornitori: il big cerca 500 mln dalle banche

Nuova protesta degli operai davanti alla Prefettura di Taranto. Il colosso dell'acciaio in cerca di 500 milioni di euro dalle banche
Ex Ilva, salgono i ricavi ma l'esposizione commerciale arriva a 2,2 miliardi
Mentre monta l'ennesima protesta davanti alla prefettura di Taranto capitanata dai dipendenti della ditta Lacaita, dell'indotto Acciaierie d'Italia, per la crisi e i ritardi nei pagamenti degli stipendi, l'ex Ilva deve fare i conti con un bilancio che non quadra, registrando debiti verso i fornitori pari a 2,2 miliardi di euro. Un "rosso" che avrebbe portato il gigante dell'acciaio a trattare una linea di credito di circa 500 milioni di euro con un pool di banche.
Lo riporta il quotidiano economico Verità e Affari che sottolinea come la linea di credito "serve per dare flessibilità finanziaria" al gruppo dell'acciaio, alle prese con un "problema di funzionamento", come già sottolineato pochi giorni fa dal presidente Francesco Bernabè. La linea che l'ex Ilva sta trattando con le banche, spiega il quotidiano economico, "sarà assistita dalla garanzia di Sace secondo lo schema del Dl Aiuti".
Tornando ai conti, il quotidiano diretto da Franco Bechis, sottolinea come nonostante nel 2021 la società operativa controllata da Acciaieri d'Italia- dove Invitalia ha il 50% dei diritti di voto- abbia registrato un utile di 309 milioni contro una perdita di 265 milioni, e i ricavi siano saliti a 3,38 miliardi contro gli 1,61 precedenti, a pagare sul bilancio globale sono i debiti verso i fornitori, cresciuti di due volte e mezzo, passando da 371,8 milioni a 941,9 milioni nell'ultimo anno. Una situazione di stress finanziario resa chiara anche dai numeri dei debiti commerciali: passati da 1,4 miliardi del 2020 a 2,21 miliardi dell'ultimo esercizio.