Fed, ecco perché terrà i tassi fermi. E la BoJ aggiusta il Qe
Settimana importante per Fed e BoJ che potrebbero modificare le proprie decisioni di politica monetaria. Negli Usa la Yellen non dovrebbe alzare i tassi
Settimana cruciale sui mercati finanziari, con gli operatori che attendono le decisioni delle due principali banche centrali del mondo, la Federal Reserve e la Bank of Japan. Secondo gli addetti ai lavori, le indiscrezioni sulle prossime manovre della banca centrale nipponica e le dichiarazioni contrastanti dei vari membri della Fed hanno contribuito a mantenere alta l'incertezza sui mercati e potrebbero avere risonanza anche nelle prossime settimane. La maggior parte dei governatori della Federal Reserve ritiene che l'economia americana si stia avvicinando verso una condizione di piena occupazione, momento in cui, storicamente, l'inflazione dovrebbe cominciare a salire.
Come mostra un'analisi del Wall Street Journal, quello su cui non trovano accordo è cosa succederà veramente una volta che il mercato del lavoro americano si sarà stabilizzato a livelli considerati ottimali: con un tasso di disoccupazione al di sotto del 5% (negli ultimi mesi si e' aggirato tra il 4,8 e 4,9%), la Fed deve capire quanto potra' calare ancora senza provocare una fiammata inflazionistica, pericolosa tanto quanto l'attuale condizione di inflazione sotto i target ottimali. L'andamento dell'inflazione è per altro cruciali per le scelte di politica monetaria e sarà al centro delle discussioni delle riunioni del Fomc, domani e mercoledì', quando la Fed è chiamata a decidere se alzare o meno il costo del denaro, aumentato a dicembre scorso e poi rimasto fermo per tutto il 2016. Il presidente della Fed Janet Yellen ha ben chiaro il problema e ha più volte sottolineato che "un piu' basso livello di disoccupazione potrebbe essere necessario per evitare rallentamenti del mercato del lavoro, sostenere la crescita dei salari e fare tornare l'inflazione verso l'obiettivo del 2%", ma che un surriscaldamento dell'economia potrebbe provocare una fiammata inflazionistica. Anche se a detta di molti è poco probabile (quindi dovrebbe prevalere la prima impostazione).
Per Vincenzo Longo, strategist di IG, il Fomc dovrebbe restare fermo ma per l'esperto "gli investitori monitoreranno attentamente il comunicato e i "dot plot" per capire quanto sia profonda la spaccatura tra i vari membri e quanto sia probabile un rialzo a dicembre. E' necessario che emerga una certa cautela nel rialzo dei tassi per scongiurare una brutta reazione del mercato". Rimane più ampio, invece, il consenso tra gli operatori per un'azione dell'istituto guidato da Haruhiko Kuroda che dovrebbe modicare le modalità di attuazione del quantitative easing nipponico per ridurre gli effetti collaterali della politica monetaria non convenzionale. Tuttavia, dopo una Bce non troppo permissiva, "i mercati potrebbero temere che anche le altre banche centrali possano lanciare segnali meno accomodanti in un momento in cui la crescita mondiale sembra rallentare", avverte Longo, puntualizzando che "gli altri appuntamenti di politica monetaria e i dati macro passeranno inevitabilmente in secondo piano" questa settimana.
Nell'Eurozona questa settimana l'attenzione degli investitori si focalizzerà poi sulla stima flash dei Pmi di settembre che, sottolineano gli economisti di Intesa Sanpaolo, fornirà nuove informazioni sullo stato di salute dell'economia del Vecchio Continente: il Pmi composito e manifatturiero sono visti ancora in calo a 52,4 punti e a 51,7 punti rispettivamente, mentre l'indice dei servizi potrebbe rimanere poco variato (52,6). Invece la prima lettura della fiducia dei consumatori dell'area euro di settembre dovrebbe registrare un recupero a -8 da -8,5. Infine in Francia la fiducia delle imprese e' vista in marginale recupero: l'indice rimane poco variato intorno a un livello coerente con una crescita strisciante del manifatturiero da oltre un anno.
La settimana ha invece pochi dati in uscita negli Stati Uniti e il focus sarà quindi sulla Fed, ribadiscono gli economisti di Intesa Sanpaolo, precisando che la riunione del Fomc dovrebbe concludersi con tassi fermi e con un messaggio forte per un rialzo entro fine anno, seguito da un sentiero dei tassi molto piatto. I dati macro riguarderanno principalmente il settore immobiliare residenziale ad agosto. I nuovi cantieri sono previsti in modesto calo, ma sempre su un trend positivo, e le licenze in marginale rialzo. Le vendite di case esistenti dovrebbero infine essere in rialzo, alla luce dei dati positivi dei contratti di compravendita.