Economia
Fed, il taglio dei tassi a settembre non è scontato: i dazi alimentano i timori sull’inflazione. Occhi puntati su Powell a Jackson Hole
La maggior parte dei membri della Fed ritiene che i rischi legati all’inflazione prevalgano su quelli per l’occupazione. Ma se non tagliasse a settembre, i mercati reagirebbero molto male

Jerome Powell
In attesa del discorso di Powell a Jackson Hole: incertezza sui tassi dopo i verbali del FOMC
C’è un livello sorprendentemente alto di incertezza riguardo al discorso di Powell a Jackson Hole. Fino alla pubblicazione dei verbali del FOMC di mercoledì, il mercato era convinto che la Fed avrebbe tagliato i tassi di 25 pb a settembre. Ora questo è tutt’altro che certo. Secondo i verbali, la maggior parte dei membri della Fed ritiene che i rischi legati all’inflazione prevalgano su quelli per l’occupazione.
Temono che l’inflazione derivante dal protezionismo colpirà i consumatori nel quarto trimestre di quest’anno; per questo sembrano esitanti a tagliare i tassi. Di conseguenza, le probabilità indicate dal FedWatch Tool sono ora all’83% per un taglio dei tassi a settembre, contro il 100% prima dei verbali. Resta comunque un livello elevato.
Riteniamo che le aspettative di un taglio il mese prossimo siano troppo alte perché la Fed non tagli: in caso contrario, questo potrebbe provocare un crollo dei mercati. Ma non è affatto certo che la Fed non si impegni per un secondo taglio a ottobre, che dipenderà in larga misura dai prossimi dati sull’inflazione.
*country manager di iBanFirst Italia