Consumatori italiani sempre più sfiduciati. Quasi come i portoghesi

I consumatori italiani si dichiarano sempre più sfiduciati. A rilevarlo è il periodico sondaggio condotto da Nielsen, secondo cui la fiducia dei consumatori del nostro Paese è ferma ai livelli del 2012. L'indicatore, infatti, è rimasto invariato a 41 punti, come nel 2012, con il secondo trimestre lievemente al di sotto del primo.
L'Italia, così, si colloca al di sotto della media europea (71 punti) e di quella globale (94 punti), il terzo peggiore d'Europa, tra i 45 punti della Croazia e i 33 del Portogallo. Questo quanto emerge dai dati raccolti nell'ultima 'Global survey sull'indice di fiducia dei consumatori e sulle intenzioni di spesa'. L'indagine, realizzata tra il 13 e il 31 maggio 2013, misura l'indice di fiducia, le maggiori preoccupazioni e le intenzioni di spesa dei consumatori, su un campione di piu' di 29.000 intervistati in 58 paesi.
Sul tema recessione emerge che la totalità degli italiani si dimostra ben consapevole della gravità della congiuntura, a differenza di quanto si rileva in Europa, dove un quarto degli intervistati (26%) dichiara che il proprio Paese non è investito dalla crisi economica. Il 57% degli italiani non prevede, nei prossimi 12 mesi, un miglioramento della situazione economica (media Europa 64%). Nel trimestre precedente il dato era del 54%, nello stesso periodo 2012 del 53%. In linea con la media europea e pari all'11% e' invece la percentuale di quanti intravedono margini di superamento della crisi (nel 1° trimestre 2013 erano il 13%, nel 2° trimestre 2012 il 15%). Oltre un terzo (32%) risponde di essere incerto (media europea 26%) sull'evolversi dello scenario.

In merito alle principali forme di risparmio adottate dai consumatori, in Italia, rispetto al trimestre precedente, si è risparmiato soprattutto nei pasti fuori casa (68% vs 62%), nell'abbigliamento (68% vs 65%), nell'intrattenimento fuori casa (60% vs 54%). Paragonando i dati del secondo trimestre 2013 con quelli del precedente, il 30% dichiara che proseguirà a ridurre le spese nei pasti fuori casa (vs il 22%), il 25% utilizzera' in modo piu' avveduto l'auto (vs il 22%); il 25% proseguirà a risparmiare sui marchi degli alimentari (vs il 22%); il 23% tagliera' sull'intrattenimento fuori casa (vs il 17%); il 23% risparmierà nell'abbigliamento (vs il 18%).
Se si analizza l'indice di fiducia assumendo come parametro l'età degli intervistati, si possono definire "pessimisti" gli appartenenti soprattutto alla fascia 35/44 anni, che fanno rilevare un valore al di sotto dell'indice medio (-0,5), e alla fascia 55/64 (-2,76). Tra i 25/34 anni l'indice rilevato e', invece, sopra media (+1). Prendendo come discriminante il sesso, gli uomini risultano decisamente ottimisti, collocandosi a 6 punti sopra l'indice medio, a differenza delle donne (7 punti sotto la media).
"Il quadro economico europeo - dice Roberto Pedretti, ad di Nielsen Italia- finchè la situazione finanziaria non si sara' stabilizzata, rimane incerto. La costante crescita dei tassi di interesse ostacola i fenomeni di ripresa, incidendo pesantemente anche sulla domanda negli acquisti per la casa e sulle spese di una certa rilevanza. Queste condizioni spiegano il calo dell'indice di fiducia nella meta' dei Paesi europei nel secondo trimestre dell'anno, Italia compresa".