Flat tax: cos'è e come funziona la "tassa piatta" - Affaritaliani.it

Economia

Flat tax: cos'è e come funziona la "tassa piatta"

Che cos'è la flat tax? E come funziona? Scopri tutti i dettagli sulla flat tax nel nostro approfondimento

Dagli esempi sopra illustrati si evince che nei casi in cui il reddito imponibile si mantiene su valori modesti, la differenza tra la tassazione ordinaria e il reddito determinato forfettariamente è anch’essa modesta. Ma con l’avvicinarsi del reddito imponibile alla soglia attuale del regime forfettario (65.000 euro) il divario di tassazione rispetto ad un soggetto che determina il reddito col metodo ordinario diviene significativo. Quella sopra rappresentata è l’ipotesi di una attività commerciale con coefficiente di redditività del 40%; ovviamente il calcolo della convenienza varia in funzione dei costi effettivi relativi all’attività, la cui detrazione, appunto, viene forfettizzata.

Il regime forfettario comporta attualmente anche la non applicazione dell’IVA. Se il consumatore finale acquista un bene o un servizio da un soggetto forfettario, a parità di corrispettivo applicato rispetto ad un contribuente ordinario beneficia di una riduzione sul prezzo di acquisto di un importo pari all’IVA, ovviamente nella misura in cui non verrà applicata, considerando che per il cedente/prestatore potrebbe non essere possibile mantenere il prezzo del bene/servizio allo stesso livello di un soggetto ordinario, perché questi può detrarre l’IVA sugli acquisti che invece, per forfettario, diventa un costo puro. È quindi evidente come esista una enorme casistica, a ciascuna delle quali corrisponde una analisi che è anch’essa è mutevole al variare delle condizioni che si realizzeranno.


Flat Tax, significato

La flat tax è vista come un obiettivo politico-sociale appetibile, ma occorre evitare ingiustizie ed abusi:

Infatti:

Ogni valutazione per l’opzione della flat tax (ossia del regime forfettario) deve essere attentamente valutata in funzione delle caratteristiche intrinseche dell’attività svolta;Trattandosi di un regime opzionale è verosimile che verrà adottato solo nei casi di particolare convenienza, che si realizzanocon l’avvicinarsi dei ricavi alla soglia di permanenza al regime (attualmente 65.000 euro);in presenza di costi deducibili forfettariamente superiori o non inferiori ai costi effettivi;nei casi in cui l’IVA sugli acquisti non sia rilevante.La combinazione delle tre variabili sopra indicate determina la ampiezza della convenienza.

Un regime premiale ha senso socio-economico qualora fosse previsto come incentivo l’avvio di attività, magari per i giovani, ma non ha molto senso se viene generalizzato a tutti i soggetti e, soprattutto, nella ipotesi in cui fosse prevista una soglia di ricavi significativa e non marginale[6];Più è conveniente l’opzione per il regime forfettario / flat tax , più la misura causa ingiustizie e genera distorsione nel mercato e nella concorrenza. Ingiusta perché, a parità di capacità contributiva, il regime forfettario / flat tax genera un carico tributario sensibilmente inferiore rispetto ad un contribuente ordinario[7]. Genera distorsione perché soprattutto nei servizi che hanno pochi costi di gestione consente per il privato il risparmio dell’IVA, e questo potrebbe indurre i privati consumatori a scegliere chi applica prezzi inferiori e che, comunque, ci guadagna anche di più. Se a questo aggiungiamo anche che i soggetti forfettari non sono soggetti agli ISA[8], e godono di semplificazioni contabili, il loro vantaggio diventa ancora più incisivo e rilevante.In definitiva, un regime di flat tax è sostenibile, giuridicamente ed eticamente solo in presenza di ricavi modesti e, comunque, a patto che la sua efficacia sia limitata nel tempo.