Economia
Fmi stanzia 650 mld di Dsp per aiutare i Paesi in difficoltà

Il Consiglio dei Governatori del Fondo monetario internazionale ha approvato, nei giorni scorsi, un’assegnazione generale di diritti speciali di prelievo (Dsp) per un totale di 650 miliardi di dollari (circa 456 miliardi in Dsp), al fine di incentivare la liquidità a livello globale.
“Si tratta di una decisione storica – la massima assegnazione di Dsp nella storia del Fmi e una boccata d’ossigeno per l’economia globale in un momento di crisi senza precedenti”, ha dichiarato il direttore generale del Fmi Kristalina Georgieva. “L’assegnazione dei Dsp – ha spiegato Georgieva in una nota – andrà a beneficio di tutti i membri, risponderà al fabbisogno globale di riserve a lunga scadenza, consoliderà la fiducia e promuoverà la resilienza e la stabilità dell’economia globale. Sarà particolarmente d’aiuto ai nostri paesi più vulnerabili che lottano per far fronte all’impatto della crisi provocata dal Covid-19.
Nati per sostituirsi all'oro all'interno degli scambi internazionali, i diritti speciali di prelievo (special drawing rights o Sdr) sono un particolare tipo di valuta. Di fatto sono attività di riserva fruttifere controllate dal Fondo Monetario Internazionale, ancorati a un paniere di cinque valute di riserva che includono il dollaro Usa, l'euro, lo yen giapponese, la sterlina e lo yuan cinese. Una mossa che non è giunta del tutto inaspettata, e che è stata salutata con grande soddisfazione, in Italia dalla leader di FdI Giorgia Meloni, che già a maggio del 2020 al Corriere della sera aveva fatto questa proposta come soluzione alternativa ai prestiti europei del Mes come arma finanziaria per contrastare la crisi economica da Covid 19.
"Le scrivo per condividere con Lei una bella soddisfazione ma anche un grande rammarico per un'occasione persa dalla nostra Nazione" si legge nella lettera al quotidiano di via Solferino della Meloni che continua "Il Fondo Monetario Internazionale darà vita alla prima mega emissione di Diritti Speciali di Prelievo (Dsp), pari a 650 miliardi di dollari, per fronteggiare la crisi planetaria causata dall’epidemia di Covid. I Dsp non sono un prestito e non sono vincolati ad alcuna condizionalità, sono liquidità internazionale creata in favore degli Stati membri in ragione della propria quota nel capitale dell’istituzione".
Ma cosa sono esattamente questi strumenti e come potrebbero in modo concreto aiutare la ripresa nei paesi in maggiore difficoltà economica? Nel 1967 il Fmi ha stabilito la creazione di questo nuovo sistema, basato proprio sui “diritti speciali di prelievo” (Dsp). La nascita ufficiale di questi strumenti risale però al 1969 mentre la loro prima distribuzione avvenne nel 1970. Fino ai primi anni Duemila le distribuzioni di Dsp – o “allocazioni”, il termine tecnico usato dal Fmi sono state due: una tra il 1970 e il 1972, per un valore 9,3 miliardi di Dsp, e una tra il 1979 e il 1981, per un valore di 12,1 miliardi di Dsp.
«Dopo queste due assegnazioni non se ne è più parlato, fino a quando è arrivata la crisi economica del 2008, quando fu soprattutto la Cina ha spingere per un massiccio utilizzo di questi strumenti per far fronte alla crisi del debito. Ad agosto 2009, infatti, furono distribuiti in totale circa 182,7 miliardi di Dsp, portando il valore dei Dsp allocati dal 1970 ad oggi tra le riserve dei Paesi a circa 204 miliardi di Dsp, per un valore pari a oltre 277 miliardi di dollari o oltre 250 miliardi di euro.
Per utilizzare gli SDR, i paesi possono concordare di scambiare questo bene fruttifero con altri paesi in cambio di contanti. L'I.M.F. funge da intermediario per facilitare la transazione.
Per questo motivo molti, come la Meloni, sarebbero a favore dell'aumento dell'assegnazione di DSP, sostenendo che è un modo rapido per rafforzare la potenza di fuoco finanziaria dei paesi più poveri, le cui economie sono state lasciate vacillare dalle ricadute della pandemia di coronavirus, senza che quei paesi si facciano carico di ancora più debito (che non possono permettersi). Ed è per questo motivo che l’FMI sta lavorando per sviluppare un nuovo fondo fiduciario in cui i paesi più ricchi possano incanalare i loro DDR in eccesso. L'obiettivo è creare un fondo di 100 miliardi di dollari da cui i paesi meno sviluppati possono prendere in prestito da utilizzare per espandere i propri sistemi sanitari o affrontare il cambiamento climatico in collaborazione con l'I.M.F. programmi.
Una delle massime sostenitrici dei diritti speciali di prelievo è il sottosegretario al tesoro americano ed ex presidente della Federal Reserve Yanet Yellen che a febbraio in una lettera ai suoi colleghi del G20, ha affermato: “Un'assegnazione di nuovi diritti speciali di prelievo (DSP) presso il FMI potrebbe aumentare la liquidità per i paesi a basso reddito per facilitare il loro tanto necessario sforzi per la salute e la ripresa economica. In tutto questo grazie alla nuova emissione allo Stato italiano spetterebbero circa 20 miliardi di euro, che potrebbero aggiungersi ai miliardi in arrivo dal PNNR.