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Economia
G-20, a Venezia storico accordo per tassare le grandi multinazionali

G20: GENTILONI, 'ACCORDO PER RIFORMA TASSAZIONE GLOBALE, E' GIORNATA STORICA'

"Orgoglioso di partecipare a una giornata storica. Accordo per una riforma della tassazione globale. #G20 a presidenza italiana #Venezia". Ad affermarlo in un tweet è il Commissario Ue all'Economia, Paolo GENTILONI.

G20: Gentiloni, patto Venezia su fisco lascera' segno

Quella segnata dal G20 finanziario di Venezia, che si e' concluso oggi, e' "una giornata da ricordare e fa piacere che questo sia successo sotto la presidenza italiana". A sottolinearlo, alla fine dei due giorni di lavori, il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. "Il patto di Venezia - ha aggiunto - segna un cambio delle regole globali sulla tassazione che lascera' il segno. I giganti non potranno piu' scegliere dove pagare le tasse perche' gli conviene di piu' e in generale tutte le grandi imprese sopra i 750 milioni di fatturato dovranno pagare una tassazione minima del 15%". Nei prossimi anni, ha concluso Gentiloni, "l'economia dovra' seguire regole che terranno conto della dimensione globale e digitale del mondo di oggi".

G20: SCHOLZ, 'TROVATO ACCORDO SU TASSA MINIMA GLOBALE'

"Abbiamo lavorato molto duramente nelle ultime settimane, ma ce l'abbiamo fatta". Lo ha affermato il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz a margine del G20 delle Finanze a Venezia, esprimendo ottimismo sull'intesa per una TASSA minima globale del 15 per cento per le multinazionali. Pur riconoscendo come "abbiamo davvero poco tempo" Scholz ha ribadito come "il nostro obiettivo è che l'accordo entri in vigore nel 2023" con una definizione dei dettagli entro il prossimo ottobre. Il ministro tedesco ha confermato come tutti i membri del G20 sostengano l'accordo che punta a impedire una 'concorrenza fiscale' fra i paesi con il trasferimento della sede delle aziende in paesi a bassa tassazione. Un tema che riguarda, in particolare, i colossi digitali, la cui aliquota globale è molto ridotta.

G20: scontri tra manifestanti e forze dell'ordine a Venezia

Sono in corso scontri e cariche nell'area del G20 a Venezia. Una prima carica delle forze dell'ordine si e' registrata intorno alle 17.15 dopo un tentativo da parte dei manifestanti di sfondare il cordone di sicurezza allestito in occasione del G20 di Venezia, esattamente quando all'Arsenale stavano per prendere la parola il ministro Daniele Franco e il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco per la conferenza stampa conclusiva del vertice dei ministri dell'economia e delle banche centrali. Il gruppo di manifestanti e' parte di circa 700 attivisti che si sono radunati nel pomeriggio alle "zattere", sulla riva del canale della Giudecca

G-20, a Venezia storico accordo per tassare le grandi multinazionali

Una firma storica oggi a Venezia. Nell’ambito del G20 infatti trovato l’ok all’accordo sulla tassa globale alle multinazionali per bloccare il fenomeno dei paradisi fiscali.

Il G-20, che da venerdì riunisce i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali dei membri del gruppo, rappresenta un passo storico nella lotta all'evasione fiscale globale.

La firma e i termini potrebbero ancora variare ma non l’essenza della legge che introduce un'imposta societaria minima di "almeno il 15%" sugli utili delle più grandi aziende mondiali.

L'OCSE ha lavorato per più di sette anni su questo progetto ma solo l’ultimo G7 è stato decisivo per raggiungere un accordo che farà sì che colossi come Amazon, Google o Facebook paghino di più all'erario nei paesi in cui operano.

Joe Biden e il suo segretario al Tesoro, Janet Yellen hanno contribuito notevolmente ad un qualcosa di davvero storico.

Yellen utilizzerà il vertice del G-20 per fare pressione sul resto dei paesi con l'idea di aumentare il tasso fissato ora di un minimo di 15 % . A questa tassa si aggiungerà un sistema di ridistribuzione dei diritti fiscali delle multinazionali, che interesserà gruppi con un fatturato di almeno 20.000 milioni di dollari e un margine di profitto superiore al 10% su scala globale.

La maggior parte di queste multinazionali operano attraverso paradisi fiscali o stati con sistemi fiscali estremamente favorevoli come l'Irlanda. Così pagano tariffe basse dove hanno la sede e non pagano nulla nelle nazioni dove vendono i loro prodotti e fanno tanto business.

La misura, come previsto dall'OCSE, porterebbe circa 150 miliardi di dollari di entrate fiscali aggiuntive. Adesso la regolamentazione attuale disperde ogni anno circa 200.000 milioni dalle casse pubbliche degli Stati.

L'accordo comprende due misure chiave, definite come primo pilastro e secondo pilastro. Il primo pilastro presuppone che se la multinazionale ha un margine di profitto superiore al 10% con un fatturato superiore a 20.000 milioni, una parte degli utili che supera quel 10% sarà ridistribuita nei paesi in cui opera il gruppo da tassare. Sono esclusi da questo regime i settori finanziario ed estrattivo.

Il secondo pilastro, invece, è un'aliquota minima dell'imposta sulle società di "almeno il 15%" che i paesi possono riscuotere dalle loro multinazionali, con un fatturato superiore a 750 milioni di dollari, se sono tassati a un'aliquota inferiore nei territori dove lavorano.

I paesi che chiedono di aumentare l'imposta minima sulle società, però, sono sempre di più tranne alcuni paesi riluttante come Irlanda, Estonia e Ungheria, che non hanno firmato l'accordo OCSE anche perchè le loro imposte sulle società sono il 9% e il 12,5%. Molto al di sotto della media europea del 22%.

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