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Economia
Generali, Caltagirone si dimette e continua a comprare “a prestito”

Continua la salita dell'imprenditore capitolino con opzioni put e call

E’ meglio non privarsi di una figura come quella di Gabriele Galateri”, spiega ad Affaritaliani.it una fonte interna a Generali mentre il consiglio di amministrazione è al lavoro, al termine di una raccolta di profili curata da Russell Reynolds, alla compilazione della long list di una ventina nomi della lista del consiglio uscente in cui inserire, su indicazione Consob, la maggioranza di consiglieri indipendenti.

La long list diventerà short a metà febbraio per un'ulteriore scrematura a metà marzo (il deposito definitivo dell'elenco ai fini dei lavori assembleari deve avvenire 30 giorni prima dell’assise del 29 aprile, data in terza convocazione). Sebbene dopo nove anni alla presidenza abbia perso il requisito dell’indipendenza, l’attuale presidente del Leone dovrebbe essere inserito nella long list, per uscirvi poi al penultimo step. Una volta, cioè, compilata la short list.

Secondo quanto rivelano le fonti, infatti, la figura di Galateri, per i contatti internazionali maturati nella sua lunga carriera, possono essere utili in questa fase di campagna elettorale (in vista dell’appuntamento decisivo di aprile) in cui Philippe Donnet sarà al lavoro con l'advisor sui proxy Morrow Sodali per l’engagement nei confronti degli investitori istituzionali (poco meno del 35% del capitale della compagnia), la maggioranza con passaporto non italiano e ago della bilancia nella consultazione dopo la caccia all’ultimo voto contro i pattisti Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Fondazione Crt.

In fase finale per la presidenza della lista del consiglio uscente dovrebbe poi prevalere l’assegnazione di un incarico a una donna, best practice molto ben vista da Blackrock&C: Galateri quindi dovrebbe lasciare il posto (qualcuno dice per un futuro ruolo da presidente in Tim al posto di Salvatore Rossi).

Si dimette dal comitato nomine Sabrina Pucci

Durante i lavori, il board che nel prendere atto delle dimissioni di Caltagiorne e di Romolo Bardin "ha respinto categoricamente le motivazioni addotte nelle comunicazioni" dei consiglieri, rimarcandone l’assoluta infondatezza e censurandone il carattere spesso offensivo", ha dovuto recepire anche l'uscita di Sabrina Pucci dal comitato nomine che ora rimane composto da tre membri: Diva Moriani, Alberta Figari e Roberto Perotti, recentemente coptato al posto di Clemente Rebecchini, consigliere espressione di Mediobanca

Pucci è consigliere indipendente, ma considerata vicina alla Fondazione Crt (la fondazione ha smentito ma ha visto in passato con molto favore la nomina): l'ente torinese ha aderito a settembre dello scorso anno al patto di consultazione anti-Donnet. E il 27 dello stesso mese, la docente di economia aziendale all'università di Roma Tre aveva votato all'interno del board riunito sul tema contro la procedura della lista del consiglio. Secondo una fonte, quindi, non si sentiva di seguire i lavori del comitato ad hoc. La sua mossa è stata anche interpretata come una presa di distanza dalla linea seguita dal board (la Pucci però ha votato a favore del piano industriale di Donnet a metà dicembre).

Gli acquisti e vendite con put e call di Caltagirone

Intanto, secondo quanto rivelano ad Affaritaliani.it fonti di mercato, Caltagirone continua a comprare azioni Generali con un meccanismo assimilabile al prestito titoli. Da internal dealing, il secondo socio del Leone che ha appena lasciato il board in polemica, dal 31 agosto fino al 24 dicembre ha acquistato il 2,32% del capitale. Quota corrispondente a 36.632.252 azioni e ne ha vendute a termine con opzioni put e call 28.330.000 con scadenza 17 giugno 2022, pari dunque al 77% (quota dell’1,785%) degli acquisti fatti. Inoltre, a quanto risulta, il giorno dopo alle sue dimissioni, Caltagirone ha continuato a comprare titoli. 

@andreadeugeni

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