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Economia
Generali, Ok Consob alla lista del Cda. Requisti ad hoc per il presidente

I requisiti "fit and proper" per la presidenza delle Assicurazioni Generali

Chi segue la battaglia di Trieste per la governance delle Assicurazioni Generali fa la spunta fra i 28 nomi dei potenziali consiglieri della long list dei profili stilati da Russell Reynolds per individuare chi sarà il presidente del Leone qualora la lista del consiglio uscente dovesse essere la più votata a fine aprile.

L’identikit è quello, per quanto possibile, di una donna (quota rosa molto apprezzata dal mondo degli investitori istituzionali che con il 34,75% del capitale in portafoglio sono il vero ago della bilancia nell’assise dei soci a Trieste), un profilo esterno (dunque non la gettonatissima Diva Moriani, consigliere in scadenza data in pole fino a qualche settimana fa per il ruolo) per sottolinearne l’indipendenza e neutralizzare così le accuse di eterodirezione e di continuità da parte dei pattisti.

Generali fondazione crt
 

Ma soprattutto, dopo il recepimento nel 2019 della seconda direttiva europea sugli Shareholders Rights che ha cambiato il Codice delle Assicurazioni, il presidente deve avere i requisiti ad hoc di fit and proper. Cosa sono? Lo ha spiegato bene a metà luglio dello scorso il presidente dell’Ivass Luigi Federico Signorini nella sua Relazione annuale sull’attività dell’istituto che vigila sul mercato delle polizze.

“In coerenza con la nuova disciplina bancaria del fit and proper, anche le norme primarie applicabili agli esponenti aziendali e alle funzioni di controllo nelle compagnie assicurative - ha affermato Signorini - ora richiedono, accanto ai tradizionali requisiti oggettivi e tassativi (professionalità, onorabilità e indipendenza), valutazioni di competenza e correttezza e di disponibilità sufficiente di tempo”.

Assicurazioni Generali, Caltagirone, Galateri
 

“I primi - ha aggiunto - costituiscono condizioni minime da soddisfare per poter ricoprire gli incarichi in questione, valide per tutte le imprese, la cui mancanza determina l’ineleggibilità o la decadenza dall’incarico; le seconde sono ulteriori aspetti da considerare nella verifica dell’idoneità”. In sostanza, come spiega ad Affaritaliani.it una fonte interna al Leone e che cerca di tracciare le caratteristiche del professionalità che serve alla compagnia nel ruolo di presidente, il candidato, in Generali a tempo pieno, deve avere esperienza nel settore delle polizze, possedere un profilo internazionale e godere di uno standing nei confronti del mercato e degli stakeholder.

La scrematura dei profili spetterà al 14 febbraio al comitato nomine che stilerà un parere di orientamento, verificando anche le effettive disponibilità dei candidati a raccogliere l’incarico. Parere sulla base del quale il consiglio di amministrazione poi, fanno sapere da Generali, stenderà una short list di circa 19 nomi per arrivare al 14 marzo con la lista ufficiale del consiglio uscente. E’ sulla base di questo identikit che bisognerà cercare di scovare fra i 28 nomi individuati dai cacciatori di teste, quello del potenziale successore di Gabriele Galateri. Del Vecchio e Caltagirone permettendo.

Disco verde della Consob alla procedura lista del consiglio 

Intanto, la Consob ha confermato la legittimità della presentazione da parte del Cda della lista per il rinnovo del consiglio stesso. L'Authority presieduta da Paolo Savona, che ha liquidato l'episodio del tweet di ieri come una "battuta di spirito", ha pubblicato la versione definitiva del richiamo di attenzione sulla pratica della lista del Cda con poche modifiche rispetto alla prima versione, tra cui osservazioni sulla trasparenza pre-assembleare e sul ruolo dei consiglieri indipendenti.

La pronuncia dell'authority mette un punto alla querelle che vede protagonista da una parte il Cda di Generali, che con il supporto di Mediobanca e De Agostini (in uscita ma con diritti di voto conservati ad aprile relativi all'1,44% del capitale) e dall'altra e il suo secondo maggior azionista, Caltagirone, che insieme a Del Vecchio e Fondazione Crt, ha chiamato in causa la Consob (a settembre), avanzando l'obiezione che presentando la lista del consiglio uscente "si autoperpetua la struttura di comando".

I ritocchi sono stati effettuati tenendo conto della risposte arrivate alla pubblica consultazione, chiusa prima di Natale, da parte di Abi, Ania, Assogestioni, Assonime, Assosim, il Centro di ricerche finanziarie sulla corporate governance dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, Glass Lewis, Nedcommunity, e alcuni professionisti. Fonti del patto Caltagirone-Del Vecchio-Fondazione Crt fanno sapere che ancora non c'è stata da parte dell'authority guidata da Savona alcuna risposta ai quesiti specifici sollevati dall'ex vicepresidente delle Generali, ma che si è trattato soltanto delle linee generali della consultazione pubblica indetta a dicembre.

Difficile capire poi in particolare anche la possibile posizione delle Consob sul secondo quesito specifico che il patron del Messaggero aveva presentato e cioè quello sulla legittimità del prestito titoli (chiuso) di Mediobanca sul 4,42% del capitale di Generali, con cui Piazzetta Cuccia potrà esprimersi in assemblea con il 17,22% dei diritti di voto. 

Infine, secondo quanto ha fatto sapere la Reuters, l'antitrust indiano ha dato il suo via libera all'incremento della quota detenuta dal Leone in Future Generali Life Insurance Company a circa il 71% dal 49%.

@andreadeugeni

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