Economia
Germania, anche i primi della classe piangono lacrime e sangue

di Andrea Deugeni
@andreadeugeni
I colossi dell'economia tedesca provano a risollevarsi dalle macerie. Ma si sà: voltare pagina per cancellare gli errori delle gestioni passate è doloroso e costa sacrifici a 360°. Anche per i primi della classe del Vecchio Continente.
Così come Volkswagen, che in piena bufera dieselgate sarà costretta a sborsare più dei 6,5 miliardi inizialmente preventivati e accantonati dal management per fronteggiare multe e richiami di auto truccate, con una cura da cavallo molto dolorosa che peserà facendo filotto su investimenti, cedola, dipendenti e salari, anche Deutsche Bank, una delle maggiori dell'Eurozona per attivi di bilancio e più blasonate, per voltare pagina sullo scandalo Libor, fare pulizia nei conti e rispondere alle richieste della Bce, dovrà fare i salti mortali che incideranno pesantemente sui risultati di quest'anno, sul perimetro dell'azienda e sulla forza lavoro. Sacrifici che saranno sopportati sia dagli azionisti con una sforbiciata alla cedola (che potrebbe anche non essere distribuita, un'anomalia nella storia della banca che ha continuato a remunerare gli azionisti anche nel corso della crisi del 2008-09), ma anche dai dipendenti con un pesante piano di ristrutturazione che arriverà a fine ottobre.
L'anno zero dell'industria tedesca (al di là delle Alpi ci sono anche le crisi di Lufthansa e di Rwe) passa da piani lacrime e sangue. Una lezione a cui in Germania, la prima economia europea, non si assisteva da un po'.