L'Abeconomics prepara la svolta: "Giù le tasse sulle imprese"
Forse la svolta per le imprese giapponesi è arrivata davvero. Secondo quanto riferisce Bloomberg, un gruppo ufficiale di esperti incaricato di riformare la tassazione del Giappone ha raccomandato al governo di ridurre al più presto, gradualmente, l'imposta sulle aziende dal 36 al 25%.
L'imposta in questione è infatti la più alta tra quelle praticate nei Paesi del G7, seconda solo agli Stati Uniti. Non solo: è anche di molto superiore rispetto alla tassazione dei vicini concorrenti asiatici, in particolare a quella della Corea del Sud (24%).
Ecco speigato perché gli industriali giapponesi sostengono da tempo che tale imposta limita la competitività di Tokyo a livello internazionale.
Il momento d'altra parte sarebbe quello giusto. Il Giappone ha appena aumentato la tassa sui consumi dal 5 all'8% dopo anni di rinvii. Tale inasprimento ha portato a un inevitabile rallentamento della domanda. Ecco perché la diminuzione delle imposte sulle imprese potrebbe ridare vita ai consumi. Non solo: tale riduzione sarebbe anche un forte segnale per gli investitori internazionali , che non credono più alle promesse di riforme strutturali della cosiddetta "Abenomics" che dovevano seguire all'allentamento monetario e agli stimoli fiscale.
Il problema è che una tale riduzione delle imposte, promessa da anni da tutti i governi e annunciata dallo stesso Shinzo Abe a Davos lo scorso gennaio, incontra la forte contrarietà di molti, tra cui il ministro delle Finanze, Taro Ase.
Ase, infatti, non vuole neppure sentirne parlare visto che il Giappone ha un debito pubblico al 200% del Pil e ha posto come condizione che venga trovata una fonte di entrata che copra l'intero taglio.