Goldman Sachs vince la corsa delle banche americane
Bene Wells Fargo, Jp Morgan e Citigroup reggono, crolla Bofa. Bilanci trimestrali, chi ha vinto e chi ha perso
Mai come in questo periodo erano attesi i bilanci trimestrali delle grandi banche americane. E questo perché bisogna capire in fretta gli effetti sul sistema del credito che la pandemia ha portato (si fa per dire) in dote. La buona notizia è che i principali istituti hanno tenuto bene, perché per una volta sono stati estremamente prudenti. Quella cattiva è che l’erosione dei ricavi è stata pesante per tutti, com’era logico attendersi. La borsa per il momento non ha apprezzato nessuno di questi risultati e ha pesantemente penalizzato Bank of America la quale, mentre scriviamo, perde oltre il 4%. Vedremo tra poco perché. Mentre su Wells Fargo è necessario un approfondimento ulteriore.
Partiamo da Jp Morgan. La banca guidata da Jamie Dimon (piccola nota di colore: è l’unico banchiere al mondo a far parte del club dei “billionaire”, cioè persone con un patrimonio superiore al miliardo di dollari) ha avuto un calo delle revenue dell’8%, attestandosi nel trimestre appena sopra quota 30 miliardi.
Al contempo, però, ha avuto un balzo incredibile degli utili, passati da 4,69 nel secondo trimestre dello scorso anno a oltre 11 miliardi quest’anno. E il motivo è più positivo di quanto non dicano i numeri. Lo scorso anno Dimon &co. Avevano accantonato in via prudenziale oltre 10 miliardi per far fronte ai possibili insoluti da parte della clientela.
Nei mesi di aprile, maggio e giugno di quest’anno, invece, Jp Morgan si è accontentata di mettere da parte poco più di tre miliardi, remunerando le azioni con 3,78 dollari, sei centesimi oltre le attese degli analisti. Certo, sono lontani i tempi del pre-2008, quando le banche a stelle e strisce avevano crescite da far impallidire il dragone cinese.
Per quanto riguarda Goldman Sachs il discorso è ancora più interessante. Il fatturato è aumentato del 16%, passando da 12,4 a 15,4 miliardi, con un utile per azione passato da 0,53 dollari per azione a 15,02. Il merito di questa performance eccellente non va ricercata soltanto nel mancato accantonamento di riserve per evitare incagli, ma dall’autentico boom delle attività di asset management. I proventi di quest’area di business sono cresciuti del 144%.
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