Economia
Goldman Sachs vince la corsa delle banche americane

Bene Wells Fargo, Jp Morgan e Citigroup reggono, crolla Bofa. Bilanci trimestrali, chi ha vinto e chi ha perso
Al tempo stesso, se si vuole cercare qualcosa di negativo, si può sottolineare come i ricavi dagli investimenti sui mercati siano calati del 32% rispetto allo scorso anno. E questo perché i vaccini hanno accresciuto la fiducia degli investitori e hanno domato la volatilità.
Per quanto riguarda Citigroup, i ricavi sono in calo del 12% a 17,5 miliardi, mentre l’utile vola a oltre 6,2 miliardi di dollari. Da notare come la ceo dell’azienda, Jane Fraser, abbia posto l’accento su un ritorno al dividendo “al massimo consentito dalla Fed” intorno ai 7 miliardi di dollari. E per il futuro il progetto è di ridurre gli accantonamenti (oggi all’11,9% del totale) per restituire il capitale in eccesso agli azionisti.
Chi esce un po’ più malconcio – e la borsa ne è la riprova – è Bank of America. I risultati, in realtà, non sarebbero affatto male: 8,96 miliardi di utili, con un incremento di oltre il 30% rispetto alle stime degli analisti. Un calo del fatturato “solo” del 4%. Ma il problema qui è che le previsioni degli esperti avevano annunciato risultati migliori. E questa differenza negativa non è piaciuta ai mercati.
Infine, Wells Fargo. L’istituto specializzato in credito al consumo ha ottenuto risultati eccellenti: un incremento di oltre il 10% dei ricavi a 20,27 miliardi di dollari e un ritorno all’utile (1,38 dollari per azione) rispetto alle perdite patite nel secondo trimestre del 2020. Anche in questo caso un aiuto decisivo è arrivato dalle riserve “liberate”: 1,6 miliardi di perdite non avvenute che sono state impiegate per remunerare il capitale.
C’è però un enorme punto interrogativo sul futuro di Wells Fargo: negli scorsi giorni è arrivata una lettera in cui si annunciava la chiusura unilaterale di tutte le linee di credito in essere. Si tratta tipicamente di quei prestiti revolving impiegati per avere denaro rapidamente o per avere liquidità ulteriore rispetto alla carta di credito.Con l’annuncio dell’interruzione del rapporto il problema grave per i clienti, tipicamente appartenenti alla middle class, sarà che rischiano di vedere un deterioramento del proprio rating, così da non poter accedere in altri istituti a finanziamenti e linee di credito. In molti sono convinti che la mossa si spieghi con la paura per l’imminente fine delle tutele statali su reddito e sui posti di lavoro. L’avvio del “tapering” dunque spaventa Wells Fargo, che corre ai ripari.