Governo, i Btp non temono Di Maio-Salvini. Aste boom e rendimenti stabili - Affaritaliani.it

Economia

Governo, i Btp non temono Di Maio-Salvini. Aste boom e rendimenti stabili

Sta per finire il quantitative easing della Bce? No panic. Ecco perché

Ora: in Germania l’inflazione è pari all’1,56%, mentre in Italia è pari allo 0,79%. Come dire che al momento l’inflazione gioca a favore dei Btp più che dei Bund. Ma parlare di inflazione vuol dire parlare di crescita e proprio il diverso passo dell’attività economica in Italia e Germania sembra essere stata la causa principale dei movimenti dello spread tra Btp e Bund. Nel nostro Paese il Pil è calato mediamente dell’1,5% l’anno tra il 2008 e il 2012, per poi perdere un ulteriore 1,7% nel 2013, chiudere pressochè invariato il 2014, risalire attorno all’1% nei due anni successivi e segnare +1,5% lo scorso anno.

draghi merkel
 

In Germania il Pil è cresciuto dello 0,7% medio tra il 2008 e il 2018, dello 0,5% nel 2013, dell’1,9%, dell’1,7% e dell’1,9% rispettivamente nel triennio successivo, per poi chiudere a +2,2% lo scorso anno. Lo “spread” di crescita è dunque passato dal 2,2% medio annuo del quinquennio 2008- 2012 ad uno 0,7% lo scorso anno proprio mentre l’Italia in qualche modo rimetteva i conti in ordine, manteneva, grazie all’appartenenza all’euro e al “bazooka” di Mario Draghi (che ha accumulato in cassaforte qualcosa come 310-320 miliardi di euro di titoli di stato tricolori), una discreta disciplina fiscale e sotto il profilo dei prezzi.

Insomma: il venir meno del quantitative easing della Bce non dovrebbe essere un fattore in grado di scatenare, da solo, la speculazione se l’Italia manterrà il controllo dei propri conti pubblici e proseguirà sulla strada delle riforme. Diversamente, l’approccio degli investitori ai titoli pubblici italiani potrebbe rapidamente mutare, in peggio.