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Economia
Guerra del grano scatenata da Putin: allarme carestia. E si impenna il riso...
(Lapresse - Imagoeconomica)

Guerra del grano di Putin, la Germania: il mondo ne ha bisogno. E i prezzi salgono

"La Russia ha intenzionalmente scatenato una guerra del grano, le consegne non sono possibili e i prezzi stanno salendo, con il rischio di carestia, non sono danni collaterali, e' un strategia intenzionale. La Russia sta creando le basi per nuove crisi cosi' che la cooperazione internazionale puo' essere ridotta". L'accusa è stata lanciata dalla ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock nel corso della conferenza stampa di chiusura del G7. "Anche senza questa guerra ci sono dei problemi nel fornire cibo a tutti e la pandemia non ha aiutato: ci sono 25 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos dell'Ucraina e il mondo ha bisogno di questo grano. La cosa piu' semplice sarebbe che Putin fermasse la guerra ma non ci ha dato nessuna speranza al riguardo", ha detto. "Nel corso del G7 abbiamo discusso le possibili alternative ma ci sono enormi difficolta', il treno e' una possibilita', ad esempio attraverso la Romania, ma lo scartamento e' diverso e ci vuole tempo. Vi sono molti colli di bottiglia. I porti del Baltico sono un'opzione ma bisogna raggiungerli. Non ci sara' un vera soluzione finche' tuonano le bombe. Ogni settimana conta", ha concluso.

Ucraina: Coldiretti, senza grano vola consumo riso (+21% prezzi)

Vola il prezzo del riso a livello internazionale, con un balzo del 21% nell'ultimo anno per effetto del crollo delle spedizioni di grano determinato dalla guerra tra Russia e Ucraina e dal fatto che l'India ha bloccato le esportazioni di grano. E' quanto emerge dall'analisi della Coldiretti sulla base dei dati della borsa di Chicago (Cbot) divulgati in occasione dell'iniziativa 'Abbiamo riso per una cosa seria' che si svolge nel fine settimana dal mercato di Campagna Amica con i pacchi di riso della solidarieta' della Focsiv, 100% italiano Filiera Agricola Italiana, in diverse piazze d'Italia. La decisione dell'India aggrava l'emergenza alimentare mondiale, poiche' si tratta del secondo produttore mondiale di grano. Dieci milioni di tonnellate, quelle che l'India avrebbe dovuto esportare nel 2022, ora mancheranno dal mercato con rincari dei prezzi. In sostituzione del grano salgono la domanda e le quotazioni di riso, che registra quest'anno un balzo negli scambi del +4% rispetto al 2021 con un picco di 53,4 milioni di tonnellate secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Fao ad aprile. Il consumo mondiale di riso questo anno, spiega l'associazione di categoria, raggiungera' il record degli ultimi dieci anni con quasi 521 milioni di tonnellate in aumento di oltre 9 milioni rispetto all'anno precedente. Uno scenario in cui al balzo degli scambi del riso corrisponde il calo del commercio di grano per le difficolta' di esportazione e per l'impennata dei prezzi che hanno raggiunto i massimi degli ultimi decenni e stanno spingendo molte comunita' al cambio della dieta, sostituendo appunto il grano con il riso. In difficolta' per la crisi del grano ci sono soprattutto i Paesi piu' poveri, tanto che le industrie alimentari in Kenya, Egitto, Repubblica Democratica del Congo, Nigeria e Camerun stanno usando mix di farine alternative piu' economiche per pane, dolci e pasta con riso locale, farina di manioca e sorgo che stanno sostituendo il grano. Il caro materie prime, dai carburanti ai fertilizzanti, rileva la Coldiretti, sta innescando un cortocircuito anche sul fronte agricolo nazionale in un Paese come l'Italia dove si raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all'anno, oltre il 50% dell'intera produzione europea ma che ha bisogno di un piano di potenziamento produttivo e di stoccaggio per le principali commodities. Anche perche', con l'aumento record dei costi di produzione provocato dalla guerra, ha tagliato le semine di riso con un calo stimato di diecimila ettari in Italia con i terreni coltivati che quest'anno passeranno da 227mila a 217mila ettari, con un impatto drammatico su un settore strategico per l'economia e l'approvvigionamento alimentare del Ue. A preoccupare e' anche la siccita', con la mancata disponibilita' di acqua che ha pesato nelle fasi iniziali di sommersione, con il 90% del riso italiano che si coltiva nel triangolo d'ora tra Pavia, Vercelli e Novara. La coltivazione e' presente in misura significativa anche in Veneto, Emilia Romagna e Sardegna con oltre diecimila famiglie tra dipendenti e imprenditori impegnati nell'intera filiera e 200 varieta' iscritte al registro nazionale. "Per cercare di contrastare l'aumento dei costi di produzione bisogna lavorare fin da subito sugli accordi di filiera che sono uno strumento indispensabile per la valorizzazione delle produzioni nazionali e per un'equa distribuzione del valore lungo la catena di produzione", dice il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini.

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