Economia
Guerra finita, ma quanto costerà ricostruire Gaza? Solo per togliere le macerie ci vorranno 21 anni. Tutti i numeri
Un piano di ricostruzione di queste proporzioni non potrà che passare da un impegno internazionale massiccio

Gaza City (Foto Lapresse)
Gaza, la pace dopo le macerie: la lunga sfida della ricostruzione
Dopo anni di guerra, a Gaza è finalmente tornata la parola che nessuno osava più pronunciare: pace. L’accordo tra Israele e Hamas — raggiunto grazie alla mediazione degli Stati Uniti e sostenuto dai Paesi arabi — apre una fase nuova e incerta. Ma per la Striscia la fine delle bombe è solo l’inizio di un’altra battaglia: quella per ricostruire ciò che non c’è più.
Un mare di macerie
Secondo le Nazioni Unite, Gaza oggi è letteralmente sepolta sotto 53 milioni di tonnellate di macerie: l’equivalente di sette Piramidi di Cheope messe una sull’altra. Come scrive Sky Tg24, rimuoverle tutte, stimano gli esperti, richiederà almeno ventun anni e un investimento di 1,2 miliardi di dollari.
Un compito immenso che dovrà cominciare subito, secondo la proposta del presidente statunitense Donald Trump, insieme all’arrivo dei primi aiuti umanitari e all’apertura dei corridoi per il carburante e i medicinali. Le immagini satellitari diffuse dalle agenzie internazionali mostrano una progressione di devastazione quasi totale. In tutto, quasi 200 mila strutture risultano rase al suolo o gravemente danneggiate.
Nel dettaglio: il 94% degli ospedali è fuori uso, il 90% degli appartamenti non è più abitabile, l’86% dei terreni agricoli è diventato improduttivo, il 77% delle scuole è stato danneggiato e il 65% delle strade è impraticabile. In pratica, quasi ogni forma di vita civile è stata cancellata.
Ma quanto costerà ricostruire Gaza
Ma quanto denaro sarà necessario per ricostruire Gaza? Secondo una stima della Banca Mondiale, risalente a febbraio 2025, la cifra necessaria sarà di 53 miliardi di dollari. Un numero enorme, che rappresenta quasi tre volte il Pil complessivo della Palestina. Un piano di ricostruzione di queste proporzioni non potrà che passare da un impegno internazionale massiccio, con la partecipazione coordinata di governi, istituzioni multilaterali e donatori privati.
Una striscia minuscola, ma densissima
Per capire l’entità del disastro bisogna ricordare che Gaza è grande meno di un quarto del Comune di Roma. Un territorio di appena 360 chilometri quadrati, abitato da oltre due milioni di persone. In un’area così piccola, la distruzione di migliaia di edifici significa che interi quartieri sono scomparsi, e che ricostruire richiederà non solo denaro, ma anche spazio, pianificazione e sicurezza.
Dalle guerre del passato a una sfida nuova
Il paragone con il passato è impietoso. Nel 2014, dopo l’operazione israeliana “Margine di protezione”, le case distrutte o gravemente danneggiate furono circa 10 mila. A luglio del 2025, poco prima del cessate il fuoco, il numero era salito a 119 mila. Come scrive Sky Tg24, oggi, a guerra finita, le stime dell’ONU parlano di una devastazione dodici volte maggiore.