Economia

Guerra Russia-Ucraina, un danno a export nazionale e made in Italy da 10 mld

La tragedia della guerra si abbatte anche sull'economia italiana e in particolare sul made in Italy, con danni stimati a 10 mld di euro

Guerra Russia-Ucraina, Lorenzo Zurino (presidente FIE): "Ripercussioni su export made in Italy da oltre 10 miliardi l'anno"

“Siamo in un momento tragico che colpisce, non solo l'Europa ma il Mondo intero e questo incide di conseguenza, sul commercio estero. I dati sulle ripercussioni economiche provocate dalla tragica guerra tra Russia e Ucraina, dimostrano che perdiamo dalla Federazione Russa 7.7 miliardi di euro dì export”. A dichiararlo è Lorenzo Zurino, presidente del Forum Italiano dell’Export.

“C’è però una grande concentrazione solo sui dati della Federazione Russa”, continua Zurino. “Ricordo invece che noi vendevamo anche in Ucraina e, se è vero che il valore della nostra esportazione in Ucraina supera i 3 miliardi, dobbiamo iniziare a dire che stiamo perdendo 11 miliardi di euro di prodotto italiano. Dobbiamo quindi renderci conto questa guerra, dal punto di vista economico, ci costa più di 10 miliardi di fatturato e le sue conseguenze, rischiano di ripercuotersi negativamente su tutto l’export italiano, rappresentando una batosta pesantissima, in particolare per le piccole imprese”.

“I settori italiani”, prosegue, “con la maggiore concentrazione di micro e piccole imprese, soprattutto alimentari, moda, mobili, legno, metalli, vendono in Russia prodotti per 2.684 milioni di euro, pari al 34,9% delle nostre esportazioni nel Paese. Con l’inevitabile rottura dei rapporti, avremo gravi conseguenze sui flussi commerciali, riportando ulteriori effetti sul prezzo dei beni energetici e delle materie prime, con conseguenti ripercussioni sul settore agroalimentare italiano, che rappresenta quasi il 10% del fatturato totale dell’export dell’Italia in Russia”.

“Esportiamo in Russia per 9,8 miliardi: il blocco significa la morte del Made in Italy. Non è possibile pensare che si ricomincerà da zero dopo la pace, la guerra ci avrà rubato tempo passione. Fin dall’inizio della guerra ho sostenuto che il Commercio Estero potesse essere una leva per abbattere i muri e creare invece “ponti” di pace. E qui torno sull’importanza di utilizzare gli strumenti dell’Istituto per il Commercio Estero. Attraverso il Forum Italiano dell’Export diciamo da anni che la presenza capillare di sedi in tutto mondo dell’ICE, se utilizzata con competenza, intelligenza, massima organizzazione e, sfruttando appieno tutte le potenzialità dell’ente, può fare la differenza per il rilancio del nostro Made in Italy”, conclude Lorenzo Zurino.     

                         

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