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Economia
I risparmiatori? Pagano due volte per la crisi greca

di Santolo Cannavale

A proposito della vicenda greca ed a costo di essere noioso e ripetitivo: se negli anni scorsi, a partire dal 2010, vi fosse stata consapevolezza delle difficoltà della Grecia e una visione politica di lungo periodo, non si sarebbero commessi errori grossolani di cui oggi si pagano le conseguenze, in termini di costi e credibilità. Mi riferisco, in particolare, alla decisione assunta da Atene nel 2012 di azzerare, o quasi, i crediti di moltissimi risparmiatori europei (molti italiani tra questi) che avevano acquistato titoli dello Stato greco, confidando sulla sua appartenenza a pieno titolo all’Unione europea e sull’utilizzo consolidato della moneta comune.

Nel 2012, come detto, i risparmiatori che possedevano titoli di Stato della Grecia denominati in euro, dalla sera alla mattina hanno visto il loro credito abbattuto dell'80%, senza che a Roma, a Bruxelles ed a Francoforte, alzassero un dito in difesa dei cittadini europei espropriati ed abbandonati al loro destino. Sarebbe bastato allungarne le scadenze e limarne i rendimenti! Ma questo comportava per l’appunto, senso di responsabilità, visione politica del domani e minore boria da parte dei "Paesi europei cosiddetti forti"!

Una delle ragioni che spiegano il forte calo dei consumi in Grecia negli ultimi anni è da collegare proprio all'operazione malsana sui titoli di Stato ellenici che nel 2012 ha colpito anche i risparmiatori locali, togliendogli la liquidità di riserva ed azzerando la loro fiducia nei governanti nazionali ed europei. I risparmiatori sono una parte molto sensibile delle comunità sociali e finanziarie. Quella operazione avventata e maldestra, avallata da Bruxelles e Francoforte, come sostengono in molti, ha scavato un fosso profondo tra risparmiatori ed “emittenti sovrani di titoli” e, ancora più grave, tra cittadini ed istituzioni europee, azzerando o quasi la credibilità a fatica conquistata negli anni pregressi.

I risparmiatori italiani - tra i tanti così duramente danneggiati - pagano due volte per la crisi greca:
1) in prima persona con la perdita di valore dei loro titoli decretata dal Governo ellenico nel 2012;
2) come cittadini per l’aggravio di costi sopportati dal nostro Paese per sostenere le banche greche. Le relative uscite sono pari, ad oggi, a circa 45 miliardi di euro. Qualcuno ipotizza un impegno finanziario dell'Italia per fronteggiare la crisi greca fino al limite dei 65 miliardi di euro

La Banca Centrale Europea (BCE) e le Istituzioni europee non hanno ancora chiesto scusa per la loro colpevole indifferenza in occasione di detta rapina della Grecia in danno dei risparmiatori.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), seppur con ritardo, ha ammesso le sue sviste e le sue colpe nella gestione della crisi ellenica.

Nel quadro degli interventi ipotizzati per risollevare la Grecia, l’Unione europea e la BCE potrebbero farsi perdonare il malfatto e riguadagnare fiducia restituendo ai risparmiatori danneggiati nel 2012 l’80% del valore nominale dei titoli ellenici in loro possesso. Non importa con quale scadenza e con quale tasso d’interesse dei titoli da consegnare ai risparmiatori espropriati nel 2012. Sarebbe un segnale di cambio passo ed un messaggio esplicito di rinnovata considerazione per il risparmio privato da parte delle istituzioni nazionali ed europee. Il tutto con grande comprensione e rispetto per il popolo greco e con l’auspicio che possa uscire presto dal tunnel di buio e difficoltà.

 

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