Zanonato: "Vogliamo ridurre l'Imu alle imprese"
Flavio Zanonato riparte da un palco. Il ministro dello Sviluppo Economico era stato fischiato dall'assemblea di Confcommercio per aver non aver promesso il taglio dell'Iva. Ora, da falco diventa colomba. E all'assemblea di Confesercenti dichiara: "Vogliamo ridurre l'Imu per i beni strumentali: i capannoni industriali così come i negozi dove voi operate costituiscono l'elemento fondamentale e imprescindibile per l'attività di impresa, sono la vostra prima casa".
Alleggerire il peso dell'Imu sulle imprese era un'ipotesi che, sino a ora, si era affaccaita solo timidamente. E resta comunque secondaria rispetto a un altro punto fermo: abolire l'imposta sulla prima casa. Resta il fatto che proprio gli imprenditori sono stati i più scottati dal passaggio dall'Ici all'Imu. Hanno visto moltiplicarsi il costo dei propri capannoni. E, nel silenzio, hanno pagato la prima rata scaduta lo il 17 giugno. Per non parlare dei consumi, già a terra e che sarebbero ancora più depressi dall'aumento dell'Iva, e della Tares, che si abbatterebbe con maggior forza proprio su alcune attività commerciali (come bar e ristoranti).
Zanonato ha sottolineato che per i beni strumentali come i capannoni industriali e i negozi "è difficile immaginare l'abolizione completa dell'Imu ma è certamente necessario introdurre forme di deducibilità dal reddito d'impresa". Il ministro ha anche detto che il governo sta facendo tutto il possibile per evitare l'aumento dell'Iva e trovare le coperture necessarie: "Ogni strada sarà battuta per evitare l'aumento previsto a fine giugno". Sull'Iva Zanonato ha solo ammorbidito le sue affermazioni. Ma, di fatto, le difficoltà rimangono intatte. E l'unica soluzione possibile resta quella di un rinvio, in attesa di uno studio dei tagli alla spesa che consenta di recuperare risorse. Un'ipotesi cavalcata anche dal sottosegretario all'Economia Paolo Baretta, secondo cui "forse un rinvio" dell'aumento, "sarebbe la soluzione". "Saranno giorni duri", ha proseguito Beretta "e noi ci proveremo assolutamente, ma bisogna mettere in ordine le priorità tra Iva, Imu e occupazione giovanile: tutto non ci sta". La sospensione dell'aumento dell'Iva, ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli sarebbe comunque un passo avanti in attesa della "definitiva cancellazione".
Una soluzione transitoria che, se non ridarà ossigeno, almeno eviterà di stringere ulteriormente il cappio. La corda, come testimoniano i dati di Confesercenti, è già al collo dell'economia italiana. Se l'attuale situazione economica resterà immutata nel 2013 "si accentuerebbe la caduta dell'occupazione, che porterebbe a 1, 6 milioni i posti di lavoro persi a partire dal 2008". Si tratterebbe di oltre 430 mila posti di lavoro persi. Colpa anche di una pressione fiscale insostenibile per chi paga tutte le imposte, fino a un picco del 44,4%. E ancora: il Pil subirebbe nel 2013 un'ulteriore caduta per circa 20 miliardi, si accentuerebbe il calo dei consumi con altri 60 miliardi bruciati rispetto al livello pre-crisi. In sostanza, gli oltre 145 miliardi di consumi 'persi' negli ultimi sei anni, sottintendono una contrazione di spesa pari, mediamente, a quasi 6 mila euro per ciascuna famiglia italiana.