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Economia
Intesa-Ubi, la mappa delle sovrapposizioni: IWBank-Fideuram, Pramerica-Eurizon

Intesa Sanpaolo-Ubi Banca: un matrimonio che secondo Carlo Messina, Ceo della principale banca italiana, potrebbe generare a regime sinergie per “circa 730 milioni ante imposte per anno”, di cui 510 milioni derivanti da costi e 220 da ricavi, a fronte di 5 mila esuberi (parzialmente compensati da 2.500 assunzioni), che consolidano ulteriormente un trend già importante per Intesa Sanpaolo, che nel piano industriale 2018-2021 ha previsto circa 9 mila uscite volontarie e 5 mila dipendenti “riconvertiti”, a fronte di un calo di 1.100 filiali (di cui a fine marzo risultavano ancora da chiudere o cedere circa 700). 

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Chi rischierebbe il posto, se come pare a Victor Massiah e alla sua prima linea verranno offerte posizioni di rilievo anche all’interno del nuovo gruppo? Al netto della prevista cessione di 400-500 filiali a favore di Bper Banca (e di Unipol, azionista di rilievo della stessa Bper Banca, per quanto riguarda le attività assicurative connesse), il pensiero corre a tutte quelle attività di Ubi Banca che risulterebbero sovrapposte a quelle dell’acquirente. 

Ubi Banca, che nel 2017 rilevò la parte “sana” di Banca delle Marche, Banca Etruria e CariChieti, controlla al 100% la banca online IWBank, una vecchia conoscenza di Intesa Sanpaolo visto che era nata nel 1999 come ImiWeb Bank (la banca online di Banca Imi), prima di essere ceduta nel 2003-2004 a Centrobanca (gruppo Ubi Banca) che le modificò nome nell’attuale. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti e IWBank dopo essere stata fusa nel 2015 con Ubi Banca Private Investment (la rete di promotori finanziari del gruppo) è specializzata nella consulenza agli investimenti e pianificazione finanziaria con 694 consulenti e 10 miliardi di patrimoni in gestione a inizio anno. 
 

Fa insomma lo stesso mestiere che in Intesa Sanpaolo fa Fideuram Ispb che però può vantare 5.742 consulenti e ben 233 miliardi di patrimonio gestito. Dato che nel settore le economie di scala sono importanti e che i consulenti sono essenzialmente un costo variabile IWBank e i suoi consulenti potrebbero essere assorbiti, con una selezione che terrebbe conto della dimensione e redditività dei singoli portafogli (in Fideuram Ispb il portafoglio medio vale oltre 40,5 milioni di euro, in IWBank circa 14,5 milioni), lasciando liberi di “cambiare casacca” i professionisti con portafogli marginali o comunque poco redditizi. 

Nell’asset management Ubi Banca controlla il 65% di Pramerica Sgr (guidata da Andrea Ghidoni e presieduta dall’ex Ceo di Borsa Italia, Massimo Capuano), mentre Intesa Sanpaolo schiera la “corazzata” Eurizon Capital. A inizio anno Pramerica gestiva circa 66,5 miliardi di euro, Intesa Sanpaolo/Eurizon oltre 429 miliardi: anche in questo caso il business si basa sulle economie di scala, ma gestori e addetti al back-office sono sostanzialmente costi fissi.

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Qualche esubero potrebbe dunque esservi, magari partendo dalle posizioni di rango più elevato o con maggiore anzianità contributiva. Salvo che Messina non decida di offrire al socio americano, Prudential Financial, un colosso da quasi 1.300 miliardi di dollari di patrimoni in gestione (che però al momento è impegnato nella cessione delle attività assicurative in Corea dopo aver già ceduto al fondo Cinven nel 2019 l’italiana Prudential Life Spa), di rilevare la quota di maggioranza della Sgr.

Ubi Banca è presente con proprie controllate al 100% anche nel settore della finanza d’impresa, in particolare del factoring e del leasing. Queste attività in Intesa Sanpaolo erano seguite dal Mediocredito Italiano, leader sia nel leasing, con 11,8 miliardi di contratti di leasing a fine 2018 (contro i 5,8 di Ubi Leasing) sia nel factoring, con 8,36 miliardi di turnover cumulativo a fine febbraio 2019 (contro gli 1,13 miliardi di Ubi Factor). 

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Nel credito al consumo Ubi Banca opera tramite Prestitalia, avendo a fine 2019 oltre 1,75 miliardi di prestiti personali, altrettanto per quanto riguarda le cessioni del quinto e poco più di 460 milioni di carte rateali, mentre Intesa Sanpaolo risultava avere 10,86 miliardi di prestiti personali, circa 766 milioni di cessioni del quinto e quasi 84 milioni di altri prestiti finalizzati.

Infine, le attività attività assicurative, che in Intesa Sanpaolo sono ragguppate nella divisione insurance cui fanno parte Fideuram Insurance, Intesa Sanpaolo Assicura, Intesa Sanpaolo Life e Intesa Sanpaolo Vita, per Ubi Banca valgono circa 1 miliardo di euro e fanno capo a Lombarda Vita (joint venture con Cattolica Assicurazioni in cui Ubi Banca è socia al 40%), ad Aviva Vita (Ubi è socia al 20%) e a BancAssurance Popolari (o Bap Assicurazioni, le ex attività assicurative di Banca Etruria assorbite tre anni fa). 

Essendo già oggetto di valutazione da parte di Victor Massiah e dei suoi manager, le prime due partecipazioni (le due joint-venture generano annualmente una sessantina di milioni di utile) potrebbero essere cedute da Messina, magari proprio a Cattolica Assicurazioni o a Cnp Assurances, apparsi finora i più interessati, così come Bap Assicurazioni che altrimenti potrebbe essere incorporata nella divisione insurance di Intesa Sanpaolo.

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