Economia
Intesa vince la sfida con UniCredit. Il valore? Si è quasi raddoppiato

Con Messina Intesa Sanpaolo ha raddoppiato la capitalizzazione, il titolo piace agli analisti e il mercato continua a premiarlo
Di Luca Spoldi
E' Intesa Sanpaolo l'unica banca italiana segnalata dagli esperti di Credit Suisse tra le banche europee con le prospettive più interessanti ("top picks"), insieme a Abn Amro, Barclays, Bankia, Credit Agricole, Denske Bank e Nordea Bank. Merito, sottolineano gli esperti, del recupero sul fronte dei crediti deteriorati (Npl) e della decisione di Carlo Messina di puntare sul rafforzamento delle attività di wealth management.
Messina, nominato Consigliere Delegato e Chief executive officer del gruppo dal 29 settembre 2013, è un manager certamente apprezzato da analisti e investitori, tanto che in questi quattro anni il titolo è salito da 1,58 a un picco di 3,56 euro nel luglio 2015, prima di ridiscendere sugli attuali 2,85 euro, con una capitalizzazione cresiuta comunque del 80% dai 26,3 ai 47,5 miliardi attuali.

Eppure quando Messina assunse l'incarico Intesa Sanpaolo sembrava destinata a perdere il confronto con l'altro colosso italiano, Unicredit, a causa della sua maggiore esposizione sul mercato domestico e del minor peso delle attività di risparmio gestito. La crisi degli Npl aveva in effetti riportato il titolo quasi sui valori di partenza, tra gli 1,5 e gli 1,7 euro, ma le azioni intraprese da Messina e i suoi uomini hanno ribaltato la situazione.
Così negli ultimi 13 mesi il titolo è rimbalzato nuovamente, dagli 1,68 euro di inizio luglio dello scorso anno ai 2,85 euro attorno a cui oscilla attualmente in borsa. Un livello a cui il prezzo del titolo vale circa 1,1 volte il valore di libro e circa 18 volte gli utili attesi, superiori ai multipli dei diretti concorrenti. Premio che per gli uomini di Credit Suisse è pianamente giustificato dalla crescente esposizione alle attività di wealth management (arrivate a pesare il 52% del multiplo prezzo/valore di libro a fine giugno, contro il 50% di fine 2016) e dai più robusti indici patrimoniali (il Cet1 di Intesa Sanpaolo, pari al 13%, è tra i più elevati in Europa e ben oltre il 9,25% minimo richiesto dalla Bce).

Commentando i risultati semestrali Messina ha inoltre sottolineato alcune sorprese positive sul fronte dell'andamento dei costi, aggiungendo che eventuali utili superiori agli obiettivi per il 2017 verrebbero utilizzati per alzare ulteriormente il livello di copertura degli Npl anzichè essere girati agli azionisti sotto forma di maggiori dividendi. Gli obiettivi che Messina si è posto in termin di riduzione degli Npl (riportare l'esposizione ai crediti deteriorati al di sotto del 10% dei crediti totali entro il 2019) appaiono realistici e non è escluso che possano essere ulteriormente migliorati.
Intesa Sanpaolo, notano gli esperti di Credit Suisse, è poi molto levereggiata sull'andamento dei tassi, così un rialzo di un punto percentuale dei tassi consentirebbe alla banca di guadagnare 1,1 miliardi di maggior margine di interessi netto (pari a un incremento del 15% rispetto al margine di interessi netto del 2016), cosa che non può che piacere ad analisti e investitori visto che anche in Europa, gradualmente, i tassi sono visti in ripresa dopo anni ai minimi termini.
(Segue...)